Diario di un elettore
Quello che segue è l'attendibile
diario di un elettore italiano nel mese che precede il voto per l'elezione del 5
aprile.
5 marzo: Pronti? Via! È cominciata la corsa più intrigante e divertente
dell'anno: quella elettorale. Sui giornali c'è scritto che si tratta della
consultazione più importante del secolo, la prima dopo la caduta del blocco
comunista. Intanto sembra di rivivere l'atmosfera del '48, ma non il 1848 delle
rivoluzioni e delle barricate, bensì quello delle rivoluzioni annunciate e dei
«gladiatori» pronti a tutto nelle sagrestie dei preti alla Don Camillo. Sì,
insomma quello del listone di Garibaldi e dei tanti «Pepponi» che a mezza bocca
dicono: «addavenì Baffone». Compaiono i primi manifesti elettorali dello scudo
crociato, dicono: «Vogliono disgregare l'Italia». Altro che i cavalli cosacchi
che si abbeverano a San Pietro! Qui stanno per calare i longobardi... E viene
quasi da sperarlo.
Anche il PSI è in campagna elettorale. Un suo uomo è preso con le mani nel sacco
a Milano. La solita congiura pre-elettorale, dicono a via del Corso. Intanto
quello li chiama in causa dicendo, come nei cartelli dei lavori in corso, «stavo
lavorando per voi». La prima decisione elettorale è presa. DC e PSI non avranno
il mio voto. E così i loro alleati di governo.
7 marzo: L'indecisione aumenta ed i dubbi pure. Domanda: ma non avevi telefonato
a quelli dei referendum Giannini per esprimere il consenso alla presentazione di
una lista? Non posso negarlo. Poi ho letto i nomi degli ispiratori
dell'iniziativa ed ho capito di avere a che fare con i nipotini del Partito
d'Azione e ci ho ripensato. Diamine la democrazia è anche libertà di scelta o
no? Sul momento so solo che voterò per l'opposizione. Già, ma quale? La mia vena
nostalgica mi fa trovare simpatica perfino Rifondazione Comunista e la sua falce
e martello che non c'è più neanche al Cremlino. Peccato che quelli del ministero
degli Interni hanno rimandato al mittente il simbolo del fascio repubblicano di
Pisano... e pensare che nei manifesti aveva scomodato pure Boccasile.
Continuiamo a tagliare dagli estremi. E vediamo cosa rimane. Da destra (?) verso
sinistra (?): MSI, PRI, PDS, seguaci di Pannella, la Rete di Orlando e le
diverse sfumature di Verdi. Ah, dimenticavo le leghe, sia quella doc del senatur
e la Lega delle Leghe inventata da Delle Chiaie per dire finalmente basta alla
politica extraparlamentare.
9 marzo: un bel fogliettino bianco sul parabrezza dell'auto. Cinquantamila lire
da donare al Comune di Roma per una sosta sulle strisce pedonali (l'unica
alternativa possibile era la doppia fila!). Il pensiero corre subito al voto di
protesta. Oggi ho deciso: voterò Partito degli Automobilisti! Il programma
politico? No alle catalizzate! No ai super bolli! Più parcheggi! Insomma, dal
precetto democratico «un uomo, un voto», a quello più consono «un'auto, un
uomo».
10 marzo: la protesta è rientrata, le cinquantamila no. Il voto è una cosa
seria. Ricordo che quando mi insegnavano Educazione Civica a scuola -a proposito
qualcuno mi sa dire se la insegnano più?- il professore diceva che è
l'espressione più alta della partecipazione dei cittadini alla democrazia e non
può essere solo uno sberleffo. Un amico mi telefona per una dichiarazione di
voto, mi dice: non ho dubbi. Rispondo: beato te. Allora? Dall'altra parte del
telefono arriva una voce decisa: voterò Moana! Caspita mi ero dimenticato il
Partito dell'Amore di patron Schricchi: che idea! Rifletto sui malefici riflessi
della preferenza unica che ho collaborato ad introdurre votando al referendum e
sull'impossibilità di fare un bel treno di preferenze. Già mi vedevo nella
cabina a tracciare a chiare lettere i nomi di Cicciolina (l'esperienza è
l'esperienza), Moana, Barbarella, e di un'altra porno star ancora da scegliere.
Invece no: tutti, anzi tutte contro tutte. Semmai scegliessi il Partito
dell'Amore avrei un altro problema con la preferenza. Dunque niente da fare.
Tuttalpiù organizzo con qualche amico la visione di un filmetto in videocassetta
per il 5 aprile.
12 marzo: anche la mafia ha iniziato la sua campagna elettorale. Salvo Lima è
una delle vittime della mafia dicono quelli dello scudo crociato. Un altro buon
motivo per non votarli anche se hanno la faccia di Segni, Scalfaro e
Martinazzoli. Ieri la camorra ha ammazzato un consigliere comunale del PDS che
aveva un delicato incarico in una delle USL dalle parti di Napoli, dicono che
era un onest'uomo. Intanto nelle cronache l'attenzione di tutti va al Martire di
Palermo.
14 marzo: la data è vicina e non ho sciolto ancora il dubbio. Continuiamo per
esclusione: per ora via il PLI, troppo vicino alla Confindustria. E via anche i
Verdi di tutte le sfumature e già che ci sono via anche il Partito di Caccia e
Pesca. Penso a Pannella e subito lo scarto per aver illuso un amico con una
candidatura a Milano poi negata per piccoli interessi di bottega... Il cerchio
si stringe sulla Rete, sul MSI, sul PDS e sulla Lega, quella vera. Mi chiedo se
l'opposizione si fa con il piccone o senza e non so dare risposta. Per cui tutto
come prima.
15 marzo: domenica riposo settimanale.
16 marzo: La Malfa torna tra i possibili fruitori del mio voto con le
dichiarazioni su Lima. Lui Gunnella lo aveva cacciato dal Partito. Che faccia
sul serio anche quando dice che non tornerà mai al governo con questa DC? Magari
poi va a finire che se la DC rimane al 30% Forlani ringrazia Segni e Cossiga lo
chiama a Palazzo Chigi...
Mancano venti giorni alle elezioni e non so ancora che fare. Anche il metodo
dell'esclusione che sembrava più facile, consente a tutte le sigle e a tutti i
leader (?) di riciclarsi. Si va concretizzando la tentazione di un voto
trasversale, ma non quello per i candidati referendari, ma un bel segno che
attraversi la scheda elettorale toccando tutti i simboli. Occhio e croce per
toccare tutti i simboli sulla scheda del 5 aprile ci vorranno cinque minuti. Se
il presidente del seggio elettorale non chiama prima le forze dell'Ordine...
Eppoi la chiamano democrazia.
Italo
Rossi
|