La coltellata
Caro Carli,
questa volta ti frego, ti pugnalo forte forte.
Questa volta ti svelo l'agguato, ti rivelo quello che diciamo alle tue spalle.
Ti acceco alla lampada della tua stessa immagine: l'icona Antonio Carli, la voce
Antonio Carli, la metafora Antonio Carli, e giusto al fin della licenza io
tocco.
Ognuno di noi, di sé stesso, sa sempre poco. A nessuno riesce altresì di vedersi
vivere.
C'è sempre bisogno di uno squarcio per capire. Per guardare la propria
prospettiva.
Ebbene, ecco che con grazia gìtto il mio mantello e lo spadon sguaino:
sappi, delizioso Antonio, che in tanti -sì, siamo in tanti- ti cerchiamo nelle
nostre confabulazioni con un appellativo di piccolo e affascinante mistero:
papa, nel senso che di tutti noi, di tutti quelli che saltano, parlano,
telefonano, scrivono, cantano, anarchizzano, fascistizzano, missineggiano,
incazzeggiano, bevono, dipingono, dragonereggiano, scopeggiano, e quindi di
tutta la nostra cara bella d'erba famiglia d'animali, tu sei il papa.
Papa cortese, solerte, buono, irascibile, intransigente, testadura, magro magro,
elfo, macintosh di libertà, confessore, mai scontato, profeta d'incantesimi,
federale dell'anima, squadrista delle nuvole.
Tu sei il papa nostro, fratello in magia d'amore e vita e lotta del padre nostro
Beppe. Tu non te ne sei mai accorto, ma capita spesso di tracannare bicchieri
alla tua salute, perché abbiamo sempre il vizio di affidare alle spalle di
qualcuno i nostri desideri di uomini tagliati a filo d'ascia, e poi perché non
ci riesce di fingere altra ragione.
Sulle tue spalle appoggiamo la scelta di una scelta: del fascismo abbiamo bevuto
il succo anarchico.
Visto come sono riuscito a spararti dentro questa coltellata? Solo un siciliano
può fregare un toscano.
Con la scorza dura non permetteresti a foglia alcuna di palpitare, ma il gioco è
questo: se vuoi che tutto salti, salta per primo il cuore, anche oltre
l'ostacolo della tua ira, quindi non ti arrabbiare se ti abbiamo eletto papa di
tribù nostra. Seguono firme appresso alla mia, ti vogliamo sempre più papino
nostro, e senza pudore ti vogliamo un gran bene, ma toccati le palle che questo
non è un elogio da sagrestia, è un appuntamento di veloce splendida luciferina
responsabilità. Diceva zio nostro Leo Longanesi: ma il vento / il vento / il
vento / il vento / o gesummaria / perché non s'alza in cielo / la nera bandiera
dell'anarchia?
Pietrangelo Buttafuoco
Caro Pietrangelo, mi permetto occupare spazio ne "l'ultima" di tua proprietà.
Con la fantasia puoi spaziare quanto vuoi; puoi, forse, anche credere di
scrivere quel che pensi, ma sappi che raramente, la penna -oggetto meccanico-,
si rende interprete fedele degli impulsi trasmessigli dal cervello. Alla
rilettura (operazione da te vilipesa), il più delle volte si apportano
correzioni; perciò, non lodare mai gli uomini in vita. Illusione e delusione
sono termini coniati proprio a causa loro.
a. c.
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