«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno I - n° 6 - 7 (31 Ottobre 1992)

 

l'ultima

Avvocato occhi pesti
 

 

Condoglianz. Dentro una parola qualsiasi.
Condoglianz. Senza la «e» finale. Proprio di proposito.
Per dire ciò che si deve dire.
Tagliatene, Romagna e Milano. Con tanto formaggio.
Per dire tanto.
Detto per detto, ampolla di vodka.
Detto per detto, un balcone collocato sulla parete di un bistrot.
Detto per detto, lei si muove dolce dolce
per ricevere il sorriso ad occhi pesti dell'avvocato nottambulo.
Oltre il distillato di grano e neve.
Angelica e Tancredi.
Inaccessibili labbra, fianchi e vertigine.
Gli archi planano sublime passione
nel golfo mistico della nostalgia.
Un pugno di note. Violini, oboe, fiati
e un'arpa grondante di lussuria.
E dire di suggestivo approdo di bacio.
Ma come fanno
le carovane dei pellegrini di Santa Rosalia
ad arrivare sotto il portale e sotto la nebbia dei goti?
Ma come fanno i suoni dei tramonti
ad asciugare le parole bagnate dal desiderio dei piccini?
Sono i sogni del principe?
Cavalcare, cavalcare attraverso le paludi, la pioggia,
il fango della tristezza.
Cavalcare, cavalcare il mare,
cavalcare, cavalcare dentro l'autunno
che si incrosta di colori
e si spiega nella metafora della pianura lombarda.
Avvocato occhi pesti dice: a me sembra pianura.
Disperante, fortificante, priva di conforto e romanticheria.
Come se fosse uno struggente passaggio di contradanza:
per un ballo al salone del circolo dei nobili delle Madonie.
A Nicosia. Dalle parti mie.
Non come ai tempi della raccolta dell'olio.
Come nell'inverno delle vacanze di Natale.
Un quadro alla parete del palazzo di Donnafugata,
un raccoglimento di pensiero per affrontare
la forza e la carica di mille bestemmie.
Un quadro che racconta tutta la vita.
Un Dio impassibile, orgoglioso di solitudine.
La morte. L'idea della morte.
Condoglianz. Senza «e». Senza un finale.
Piuttosto cavalcare, cavalcare.
Avvocato occhi pesti.

 

Pietrangelo Buttafuoco

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