«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno I - n° 6 - 7 (31 Ottobre 1992)

 

Riflessioni di un giovane universitario
Calabria libera

 


Le tante emergenze che opprimono la Calabria -mentre le scadenze europee sono divenute incalzanti- impongono a tutti i buoni calabresi la necessità di rendersi responsabili e protagonisti di un nuovo destino, cercando, insieme, i motivi e le ragioni per una effettiva rinascita, assumendo l'impegno di portarci oltre l'intrigo dei partiti e fuori dal circolo vizioso della 'ndrangheta.
Finora, la concentrazione di tutto il potere nei partiti ha determinato confusione tra Politica e Amministrazione e Giustizia, facendo aumentare giorno dopo giorno la sfiducia nelle istituzioni, e, questo stato di cose, specialmente nella nostra Calabria, ha prodotto sempre maggiori squilibri e nuove e più gravi emergenze.
La crisi gravissima che si presenta sotto i nostri occhi, sotto gli occhi di tutti, culminata nella «scoperta» della tangentocrazia, può essere considerata come un vero e proprio cancro che consuma lentamente il corpo dell'Italia.
Per quanto ci riguarda, nel superiore interesse della Calabria, e, vieppiù, per la formazione delle nuove generazioni, dobbiamo lottare con impegno unitario, per la rinascita degli autentici connotati culturali, potendoli attingere dalla nostra memoria storica, che affonda le radici ai tempi della Magna Grecia.
Dopo tanti decenni di grigiore e di polemiche, che hanno caratterizzato il tirare a campare della stessa Regione Calabria, come si può volere che i calabresi si appassionino e si entusiasmino alla Politica, se tutto ciò che si continua a fare è risaputo; cosa si può analizzare od approfondire su fatti di cronaca politica che sono sempre gli stessi da decenni ed agiscono secondo schemi e procedure che si susseguono immutabili? Il malessere crescente, tra le popolazioni di questa Terra, corrisponde in maniera innegabile al malessere ancora più corposo che circola tra i partiti, tanto più tra i partiti delle cosiddette maggioranze penta o quadripartite, che più stanno insieme e più vorrebbero starci; sentono tutta l'insufficienza di continuare a restarvi, e, tuttavia, trovano puntualmente a ogni scadenza il mastice e la convenienza del loro faticoso, discusso e logoro convivere. Cosicché, il senso della noia che si diffonde tra noi, una grande ed inesauribile noia, fatalmente produce il degrado generale che ben si conosce.
È difficile la strada che dovrà portarci fuori da questo grande intrigo, per cui è necessario il coraggio di una grande prospettiva, per una Calabria interamente rinnovata, ma dobbiamo provarci con tutte le nostre migliori energie, superando le divisioni e le alchimie imposte dagli alambicchi del potere partitocratico, per uscire fuori dalla palude in cui stiamo per affogare.
Dinanzi ai pericoli che esistono per i crescenti squilibri tra le regioni del Nord e del Sud; di fronte ad una situazione che, se non venisse aggredita ed avviata a soluzione, potrebbe consegnare alla nostra epoca una storia fatta solo di morti-ammazzati e di ladronecci, possiamo e dobbiamo dare il nostro contributo ad un totale rinnovamento, una strada nuova ed inedita dovremo riuscire ad indicarla a tutti i buoni calabresi che intenderanno percorrerla.
Il problema è tutto qui. Bisogna riuscire a mobilitare, organizzare, coordinare le forze morali, sociali e politiche, per costruire tutta intiera la nuova fase della vita di questa nostra adorata Terra di Calabria. È indispensabile quanto urgente una presa di coscienza di tutti i calabresi degni di questo nome, coinvolgendo la comunità umana di questo nostro popolo, mediante la civile ribellione, per ingigantire la nostra battaglia politica autenticamente democratica e le nostre speranze di europei, così, spianando la strada dell'avvenire alle nuove generazioni, verso l'Europa dei Popoli dall'Atlantico agli Urali. Calabria Libera è nata per questo.
 

Francesco Russo

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