Un nuovo Dio e una nuova
religione
Dobbiamo
arrivare al momento in cui anche il giusto
tema di presentarsi di fronte alla giustizia
Se esaminiamo la nostra società, il tipo di istituzioni che ad essa presiedono,
i materiali con i quali è stata costituita, la sua fine non poteva che essere
questa. Un gruppo di mercenari intruppati nelle salmerie al seguito degli
eserciti stranieri, e da questi delegati alla signoria, potevano produrre solo
miseria morale e materiale. Sorretti, nel loro agire, dai predicatori del culto
di un democraticismo intellettuale, falso, pieno di tare perché fatto consistere
nello estraniarsi dell'intelligenza dal lavoro, dall'economia, dalle classi
disagiate, hanno rincretinito un popolo intero facendogli dimenticare che
«questa nazione operaia, ha i suoi costumi, le sue tradizioni, i suoi eroi, i
suoi miti ancorché i suoi dèi».
Oggi si sente nell'aria, palpabile, il desiderio dello strepitoso; si avverte
l'enfasi naturale del rivoluzionario, la sua volontà di far finire tutto nella
rovina generale per riuscire ad avvicinarsi alla perfezione. Sul terreno
dissodato di questo sistema e delle sue istituzioni va seminato abbondantemente
il sale. Nei politici, nei partiti attuali -tutti- non può essere riposta
speranza alcuna -neppure per un attimo- in un eventuale ravvedimento o in un
benché minimo barlume di saggezza. Hanno avuto mezzo secolo per farlo. Vanno
distrutti. Non meritano neppure un giudizio. Infatti, se dovessero essere
processati, la difesa d'ufficio di qualche leguleio, potrebbe ottenerne il
riconoscimento.
Non è più possibile riferirci a formule, classificarle, cercare in esse.
Perderci nell'una o nell'altra, studiarne l'evoluzione per renderne possibile
l'applicazione. Che, le formule (le ideologie), hanno sempre avuto attinenza a
situazioni esistenziali attraverso le quali sono pervenute nella realtà. La
morale odierna è fondata su un profitto materiale immediato? Ebbene, ai pochi,
oggi è demandata una missione: essere intransigenti, ripudiare le culture
circostanti, formarsi una nuova ideologia e un'organizzazione (pur senza capi e
senza gerarchie) tale da essere, al momento opportuno, in grado di ricostituire
il tessuto sconnesso; di rimettere l'ordine nel pensiero attraverso una efficace
disciplina intellettuale; di educare ad una concezione della vita capace di
resistere alle scosse delle passioni e degli interessi. Il «nuovo» può venire
soltanto con la distruzione del «tutto».
Il «nuovo» non può prodursi per evoluzione ma per mezzo della scissione, dalla
massa, di un gruppo di uomini animati dalla religiosa coscienza di costituire un
elemento di negazione e sostituzione. Con lo slancio entusiastico di chi vede
all'orizzonte il fine solenne, la conclusione della propria esistenza: il
soddisfacimento delle vere esigenze e delle grandi possibilità morali della
nostra Comunità nazionale.
Allora, soltanto allora, il sangue versato per gli ideali che hanno visto tante
generazioni scannarsi con l'intento del bene comune, potranno rifiorire, trovare
un punto d'incontro. Senza compromessi, senza etichette, senza barriere.
a. c.
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