«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno I - n° 8 - 9 (31 Dicembre 1992)

 

'U sceccu zoppu si odi 'u stratuni...

 


«'u sceccu zoppa si odi 'u straluni, l'asino zoppo conquista la strada»
(Antica strofa di Sicilia)

«Uno attacca l'avamposto, l'altro parte al fronte opposto, due si mettono di fuori,
uno scende dal balcone e ce ne andiam.
Ma siamo rimasti in tre, tre briganti e tre somari. Un, due e tre»
(
"Tre briganti e tre somari", Dragonera)


Insomma, presidente Cossiga, la facciamo 'sta guerra... ah? Vossia mi capisce, qui tutto frana: frana la palazzina, il palazzo, il palazzetto, frana tutto. Vossia lasci perdere la pensione, la passeggiata in giardino, 'u café, la discurruta, si mettesse di nuovo al lavoro, che cose mirabolanti dobbiamo fare, patroni assolutissimi del governo dobbiamo diventare.
Vossia capisce: tutti ssi latri della democrazia e quei farabutti dei comunisti si sono mangiati l'Italia compreso l'Alto Adige e Busto Arsizio. Se la pigghiano per esempio con il povero Lima -ca certo galantomo a bonarmuzza non doveva essere-, ma me lo spiegano tutti questi scienziati che parrano e serivino sui gionnali quali verginità e verginità possono millantare gente come Nicolosi e Mannino, che hanno la coscienza più lorda dell'acqua del baccalare?
Vossia deve sapere che a casa nostra lei è conosciuto come 'u ziu Ciccio, e quando vossia compare in televisione tutti stiamo zitti: «muti, muti, che parla 'u ziu Ciccio».
E difatto vossia dice cose bellissime, cose finissime. Però ha quella boccuccia che taglia e taglia a chi viene primo. Minchia! Bellissima quella battuta sui cristiani allevato dentro le sagrestie e non davanti l'altare. Me nonno lo diceva pure: «ai parrini ascoltateci la messa, ma poi spaccateli li rini». Ma poi quel discosso su l'alleanza clericale-comunista e la fissazione complottista mi ha fatto arri-cri-are, cioè mi sono ricreato a sentirlo.
Perciò, ve lo racconto. Sintiti, sintiti cari lettori e gentili ospiti: secondo tutti questi fetusissimi facchini, capo in testa quello sparaminchiataro di Leoluca Orlando, c'è un diavolo che si diverte a fare le trame massoniche, gladiatoriche per il piacere di livarci il giocattolo a qualche barbagianni vestito di santa purezza e virtù. A parte il fatto che Leoluca Orlando è Leoluca Orlando Cascio, e come dice Enzino Barcellona, per giusta legge di natura è figlio di gatto, e quindi sorci piglia, muto deve stare; me lo spiega come può parlare lui che è gesuitico e iettatore che tutti affossa e iddu ancora ci annaca la cianciana? Non l'ammazza nessuno, è il direttore marketing della Mafia. C'è gente che prega per lui, per farlo stare in salute per ottantanni ancora, che Dio c'è ne scampi e liberi di avere un martire così! Ma che cosa si credono, che siamo tutti sciamuniti?
Quell'altro sconcertuso di Eugenio Scalfari si fa dalla mattina alla sera certe baccalariate di discorsi che veramente ha superato il limite della pazienza umana e superumana. Mi creda, zio Ciccio, mi fa calare il vino di traverso. Che poi che ladio quell'altro questurino! Mah, meglio che non parliamo assai. Disgraziati e facchini: sono tutti arripudduti. Ma poi non parliamo di tutti i santi figghi di buttana delle loro matri buttane, tutti ssi carusi delle scuole che si sciacquano la bocca di manifestazioni, proteste, sit-in e pacifismo di sta gran coppola.
Ma cu vogliono fare ridere. Sono tutti pronti farsi raccomandare da Dino Madaudo, Rino Nicolosi, e da qualche altro ras locale che opera la spartizione dei posti. Vuole sapere che fanno: i fanno tutti impiegati e tutti che debbono dire grazzie. Ci racconto che l'altra giornata io e Fabio Fatuzzo eravamo in via Etnea, ed era piena piena di tutti questi carusi, tutti sporchi, tutti cretini, tutti fumati. Si figurasse che gridavano contro Amato: ma che cosa debbono capire che non sanno manco fare la «O» con il bicchiere?
No, no, vossia deve tornare in prima persona. Vossia deve tornare a fare politica. Si carnea chi vuole lei. Vuole i liberali? Pigghiamoli. Vuole democristiani onesti? Di corsa, pigghiamoli, prima che De Mita se li mangi (vossia comunque ci dasse una controllata in superchiù, per maggiore sicurezza). Vuole riformisti? Macchinisti? Fuochisti? Uomini di fatica? Presto, presto ca 'u ziu Ciccio non ha tempo da perdere. Quando dice vossia possiamo cominciare. Facciamo il partito dello zio Ciccio. Vossia non si deve preoccupare del comitato centrale, della direzione nazionale, delle segreterie provinciali. Questo, è l'ultimo pensiero, d'altronde Roma non si fece tutta in una volta. A poco, a poco. Ci sbalanchiamo le natiche a tutti. Noi dobbiamo essere lo scecco zoppo che zoppicando zoppicando si gode tutto lo stradale. Gli altri corrono? Hanno i soldi del principe Caracciolo? E che il Signore li accompagni, noi camminiamo lo stesso. Loro sono democratici con il bollo, e va bene, non è che noi abbiamo quattro piedi e sette corna, sempre cristiani battezzati siamo. Galantuomini soprattutto siamo.
Vossia ci pensasse, vossia mi perdoni questo sfogo, ma ci pensasse che parlo seriamente. L'Italia è finita nelle mani di quattro sagrestani e di quattro banditi vestiti da vergini inconsolabili. Io ne ho approfittato che mio cugino Dragonera non c'è e l'articolo questa volta l'ho scritto io che non ho le scuole alte ma ho l'esperienza dell'uomo di campagna. Vossia mi scusi se sono sembrato inopportuno, mi scusi anche per la forma scritta e parlata e se parlo per come taglio quello che parlo. Vossia mi benedica.
 

Tano Dragonera

 

P.S. - Non vorrei che per il fatto che ho scritto io l'articolo, non ci corrispondete i soldi a mio cugino. Non scherziamo.

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