"L'Italia Settimanale"
Caro Veneziani, ho letto, con molto interesse, il primo numero de "L'Italia
settimanale" da Lei degnamente diretto. Innanzitutto Le vorrei confidare che
erano anni che sognavo un settimanale non allineato, libero e indipendente dalle
lobbies di potere e dalle mafie partitocratiche. Per questo motivo è una grande
gioia, ed una soddisfazione personale, vedere realizzato questo mio sogno. Un
commento su questo primo numero forse è prematuro in quanto è troppo presto dare
un giudizio; non certo per giudicare — cosa questa che non mi compete. Ma un
consiglio sì, lo vorrei dare. Mi scusi l'impudenza ma, leggendo la sua
presentazione, non sono del tutto soddisfatto. Anzi, un po' preoccupato. Lei
dice di volersi rivolgere, in modo preferenziale, a quei lettori che
quotidianamente leggono "L'Indipendente", "II Tempo" e "Il Giornale".
Oddio, anch'io spesso leggo questi giornali, in particolare "L'Indipendente".
Ma, sinceramente, molti dei lettori di questi tre quotidiani non mi sono
simpatici e digesti. Per niente. Essi rappresentano, e bene, quell'armata di
bacchettoni e reazionari, patriottardi e moralisti, clerico-borghesi e
bempensanti, estremisti liberali e borsaioli di Piazza Affari, gladiatori
disoccupati e conservatori divenuti «rivoluzionari» dell'ultim'ora; essi,
mercanti e bottegai, puritani e forcaioli tutti casa e famiglia; essi, tutti
rodine e disciplina ma solo per sfruttare il loro prossimo e fare i cazzacci
propri; essi, i prudenti ed i plaudenti, quelli sempre pronti a criticare, come
se questo fosse il loro mestiere preferito, ma altrettanto lesti a colpirti alle
spalle quando le cose non vanno per il verso a loro più congeniale; quelli
sempre pronti a salire sul carro (o Carroccio) del vincitore.
No, caro Direttore, "L'Italia settimanale" così rischia di chiudersi in un
contenitore proprio nel momento in cui non esistono più contenitori, nel momento
in cui non ha più senso e significato essere di destra o di sinistra,
conservatori o progressisti.
Vorrei, invece, che nell'"Italia settimanale" si desse spazio e preferenza alle
forze antagoniste a questo sistema delegittimato e corrotto gestito da mafiosi e
assassini. E vorrei, inoltre, che nell'"Italia settimanale" vi si ritrovassero
tutti gli spiriti liberi e ribelli, maledetti e trasgressivi; questa è, difatti,
la gente giusta per elaborare qualcosa di veramente nuovo ed originale per
liberare la nostra Italia da coloro che, sempre più servi del vecchio ordine
mondialista, hanno gettato nel fango le nostre origini e la nostra identità
nazionale.
Vorrei, infine, che "L'Italia settimanale" resuscitasse quell'Italia orgogliosa
e creativa, fantastica e magica; quell'Italia dove genio, arte e poesia erano
motivi di orgoglio e di vanto.
"L'Italia settimanale" può, e deve, tracciare il solco del nuovo, ma per il
nuovo vero e non per il vecchio riciclato.
"L'Italia settimanale" può, e deve, aiutare il popolo italiano a ritrovare la
sua Storia e la sua dignità.
Antonio
Kornas
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