«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno II - n° 2 - 15 Marzo 1993

 

Evviva la lussuria!

 

 

«Éthos antrópo dàimon» («II carattere dell'uomo è il suo destino»)
Democrito

«Nessun uomo è responsabile del male che fa»
Re Lear, Guglielmo Scuotilancia



Caro direttore,
noto con disappunto che il tuo collaboratore Dragonera insiste nel pestare i calli. Significativamente potremmo dire che questa volta si è lasciato... Andare oltre. Perlomeno ciò è quanto si evince dalla lettura dell'omonimo bollettino. Altro che -cito testualmente- «revisionismo storico da operetta che si fa burla».
Caro Dragonera, questa volta mi devi spiegare come riesci a conciliare il fascismo «sostanza della cucina, del buon pane, tagliatene e pentolacce piene», «il fascismo più duro e più vero» celato dietro «il buon senso di Donna Rachele», con i deliri futuristi, le folli ricostruzioni dell'universo, la tua ammirazione per la «Caffeina d'Europa» ed i tuoi elogi della lussuria.
Tanto per dire, credo l'unico piatto che il buon F.T.M. avrebbe apprezzato più di una veloce aerovivanda, è una bella porzione di strozzapreti, da far mangiare ai suddetti. È vero: l'ironia è un'arte e Dragonera è il suo profeta. Ma qui, più che esagerare, Dragonera ha semplicemente rivelato la visione strapaese-provincial-romagnola del Fascismo, non certo la sua quintessenza. Suvvia. Non credo sia il caso di ingigantire.
Tuttalpiù è singolare notare che proprio lui sia tra gli ispirati del famoso «marciare e non marcire». Ancora più singolare che con questo suo intervento si sia attirato gli strali degli oltrepassati.
Altro che futurismo ed eterna «sfida alle stelle». Qui siamo in un territorio a metà tra fantascienza e orrore. Beninteso dell'orror vacui. Forse ai confini della realtà. Suvvia benedetti ragazzi che vi opponete e contestate le tesi «revisioniste» (ohibò!) del buon Dragonera, fate uno sforzo. Quel vuoto è stato riempito, più o meno saggiamente, più o meno egregiamente, ma è stato riempito. Continuando così si può andare dappertutto men che oltre. Al buon Dragonera amante del paradosso e spesso avanguardista, la chicca di un breve scampolo della miglior prosa italiana di questo secolo.
Al caro direttore di questo foglio nichilista, un sentito grazie per ospitare righe di tal guisa, dove il privato diventa politico e viceversa. Ai numerosi e onnipresenti bacchettoni dal nervo scoperto, la raccomandazione di tener chiusi gli occhi oppure volti al supremo colle. «Bisogna essere coscienti davanti alla lussuria. Bisogna fare della lussuria ciò che un essere raffinato e intelligente fa di sé stesso e della propria vita; bisogna fare della lussuria un'opera d'arte. Fingere l'incoscienza, lo smarrimento, per spiegare un gesto d'amore, è ipocrisia, debolezza, stoltezza. Bisogna volere coscientemente una carne come ogni cosa. [...]
«La Lussuria è pel corpo ciò che lo scopo ideale è per lo spirito: la Chimera magnifica, sempre afferrata, mai presa, e che gli esseri giovani e quelli avidi, inebbriati di lei, inseguono senza posa. La Lussuria è una forza»
Valentine de Saint Point dal «Manifesto futurista della Lussuria», Parigi, 11 gennaio 1913.
 

Barbanera

 

P.S. - Ho saputo di altri strali che colpirono il buon Drago. Oltre al buon Ulderico Nisticò (anagramma: Critico del suino... Dragonera non mi querelare!). So della di lui metà che gli rinfacciò di certe cose a proposito del fascino del giornalista. Posso assicurare la giovin fanciulla che si tratta di una fandonia messa su ad arte per nuocere al nostro Drago, al cui pensiero più di altro rendono giustizia i suoi numerosi scritti sull'argomento.

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