Americani, Dio vi
stramaledica!
Una tale affermazione in questo mondo di conformisti, di pavidi, di vigliacchi,
di opportunisti, di servi e di rassegnati, scandalizzerà molti. Ma poco ce ne
importa. Scandalizzare e provocare era, e rimane, il nostro compito. La nostra
vocazione. Scandalizzerà soprattutto chi, in buona o in mala fede, è convinto o
si fa convincere che gli Stati Uniti d'America intervengano sempre e comunque
per «operazioni di politica internazionale» o per «spirito umanitario» o per
combattere «guerre di coscienza».
Quando invece i 181 interventi militari effettuati dagli Stati Uniti da quando
esistono hanno sempre avuto il marchio inconfutabile di aggressioni a mano
armata a scopo di lucro e di rapina. Sempre fortemente motivati da sudici
interessi, mai una volta soltanto perché aggrediti da qualche Paese straniero.
Nei 216 anni della loro esistenza gli USA hanno scaricato un po' ovunque
(Europa, Asia, Africa) milioni di bombe, senza mai provare su una delle loro
corrotte e luccicanti città e sulla loro pelle il peso micidiale di simili
banditesche e criminali operazioni.
Con la scomparsa dell'Unione Sovietica e la conseguente fine della logica di
Jalta gli Stati Uniti si sono arrogati il diritto di essere i paladini di quello
che comunemente viene chiamato «nuovo ordine mondiale». Una sorta di ingerenza
umanitaria, si dice e viene fatto credere, sotto la tutela dell'ONU.
Ma le cose non stanno così. Il «nuovo ordine mondiale» altro non è che la difesa
dell'imperialismo americano e dei suoi svariati e variegati interessi. Ma c'è di
più. Agli interessi americani si aggiungono, e in modo equanime, quelli
israeliani. Gli uni a supporto degli altri. Per suffragare quanto detto non c'è
bisogno di andare troppo indietro nel tempo. È storia recente. Recentissima. E
come altrimenti potremmo leggere l'ultimo ingiustificato e assurdo attacco
americano all'Iraq ed il contemporaneo e sostanziale silenzio sui
quattrocentoquindici palestinesi deportati dagli israeliani? Soltanto con la
consueta e consolidata logica dei due pesi e delle due misure.
Una logica inaccettabile e disumana. Come disumana è stata, e continua ad
essere, la decisione di Israele di scaraventare centinaia di persone, senza
mezzi e senza assistenza, in luoghi ancora peggiori di un qualsiasi campo di
concentramento. Stati Uniti ed ONU, in omaggio al più volte sbandierato «spirito
umanitario» avrebbero dovuto immediatamente intimare agli israeliani di recedere
dalla loro criminale decisione. E se «intervento armato umanitario» ha mai avuto
un senso era in questo caso. Invece tutto regolare. Israele e Stati Uniti
possono fare il bello e cattivo tempo. Con il beneplacito dell'ONU e
dell'Occidente. Possono tiranneggiare, bombardare, deportare, uccidere
quotidianamente donne e bambini inermi, come sta accadendo da anni nei tenitori
palestinesi occupati.
Alle pietre si risponde con il piombo. A sacrosante rivendicazioni territoriali
e di sopravvivenza si risponde con sanguinose rappresaglie. Vedi Sabra e Chatila.
Sempre con il beneplacito complice e vigliacco dell'Occidente. Il tutto, ed in
primis, per salvaguardare gli sporchi affari delle multinazionali e gli
interessi petroliferi dell'Occidente in Medio Oriente.
La puritana «America», l'arrogante Israele e il complice Occidente mai come in
questo momento hanno avuto la coscienza così sporca. E lo dimostrano in Iraq,
nel Kuwait, in Somalia, nella ex-Jugoslavia, nei Tenitori occupati dagli
israeliani.
La più volte declamata «ingerenza umanitaria» funziona sempre più a senso unico.
Oggi più che mai Stati Uniti ed Israele sono un pericolo per la libertà di tutti
i popoli. Lo sono ancora di più perché, e la storia inequivocabilmente lo
dimostra, hanno un profondo disprezzo per i diritti altrui, per le tradizioni
altrui, per la dignità altrui.
È venuto a mancare, con la fine dell'Unione Sovietica, un polo contrapposto.
Equilibratore. Mai come in questo momento ce n'è bisogno. Mai come in questo
momento, sarebbe stato indispensabile avere una Europa unita e autonoma, assai
diversa dalla buffonata di Maastricht; in grado di opporsi allo strapotere
statunitense. In grado di gettare sulla bilancia tutto il proprio peso; capace
di difendere la propria e altrui libertà; la propria e altrui dignità umana e
culturale, i propri e altrui sacrosanti interessi. In poche parole per dire
basta a quelle prepotenze, prevaricazioni, ingiustizie, a quegli inutili
massacri ed altro ancora cui siamo costretti ad assistere impotenti, ma con
tanta rabbia.
Quella rabbia che ancora una
volta ci fa gridare, fuori dal coro: stramaledetti americani.
Gianni
Benvenuti
|