«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno II - n° 2 - 15 Marzo 1993

 

Americani, Dio vi stramaledica!



Una tale affermazione in questo mondo di conformisti, di pavidi, di vigliacchi, di opportunisti, di servi e di rassegnati, scandalizzerà molti. Ma poco ce ne importa. Scandalizzare e provocare era, e rimane, il nostro compito. La nostra vocazione. Scandalizzerà soprattutto chi, in buona o in mala fede, è convinto o si fa convincere che gli Stati Uniti d'America intervengano sempre e comunque per «operazioni di politica internazionale» o per «spirito umanitario» o per combattere «guerre di coscienza».
Quando invece i 181 interventi militari effettuati dagli Stati Uniti da quando esistono hanno sempre avuto il marchio inconfutabile di aggressioni a mano armata a scopo di lucro e di rapina. Sempre fortemente motivati da sudici interessi, mai una volta soltanto perché aggrediti da qualche Paese straniero. Nei 216 anni della loro esistenza gli USA hanno scaricato un po' ovunque (Europa, Asia, Africa) milioni di bombe, senza mai provare su una delle loro corrotte e luccicanti città e sulla loro pelle il peso micidiale di simili banditesche e criminali operazioni.
Con la scomparsa dell'Unione Sovietica e la conseguente fine della logica di Jalta gli Stati Uniti si sono arrogati il diritto di essere i paladini di quello che comunemente viene chiamato «nuovo ordine mondiale». Una sorta di ingerenza umanitaria, si dice e viene fatto credere, sotto la tutela dell'ONU.
Ma le cose non stanno così. Il «nuovo ordine mondiale» altro non è che la difesa dell'imperialismo americano e dei suoi svariati e variegati interessi. Ma c'è di più. Agli interessi americani si aggiungono, e in modo equanime, quelli israeliani. Gli uni a supporto degli altri. Per suffragare quanto detto non c'è bisogno di andare troppo indietro nel tempo. È storia recente. Recentissima. E come altrimenti potremmo leggere l'ultimo ingiustificato e assurdo attacco americano all'Iraq ed il contemporaneo e sostanziale silenzio sui quattrocentoquindici palestinesi deportati dagli israeliani? Soltanto con la consueta e consolidata logica dei due pesi e delle due misure.
Una logica inaccettabile e disumana. Come disumana è stata, e continua ad essere, la decisione di Israele di scaraventare centinaia di persone, senza mezzi e senza assistenza, in luoghi ancora peggiori di un qualsiasi campo di concentramento. Stati Uniti ed ONU, in omaggio al più volte sbandierato «spirito umanitario» avrebbero dovuto immediatamente intimare agli israeliani di recedere dalla loro criminale decisione. E se «intervento armato umanitario» ha mai avuto un senso era in questo caso. Invece tutto regolare. Israele e Stati Uniti possono fare il bello e cattivo tempo. Con il beneplacito dell'ONU e dell'Occidente. Possono tiranneggiare, bombardare, deportare, uccidere quotidianamente donne e bambini inermi, come sta accadendo da anni nei tenitori palestinesi occupati.
Alle pietre si risponde con il piombo. A sacrosante rivendicazioni territoriali e di sopravvivenza si risponde con sanguinose rappresaglie. Vedi Sabra e Chatila. Sempre con il beneplacito complice e vigliacco dell'Occidente. Il tutto, ed in primis, per salvaguardare gli sporchi affari delle multinazionali e gli interessi petroliferi dell'Occidente in Medio Oriente.
La puritana «America», l'arrogante Israele e il complice Occidente mai come in questo momento hanno avuto la coscienza così sporca. E lo dimostrano in Iraq, nel Kuwait, in Somalia, nella ex-Jugoslavia, nei Tenitori occupati dagli israeliani.
La più volte declamata «ingerenza umanitaria» funziona sempre più a senso unico. Oggi più che mai Stati Uniti ed Israele sono un pericolo per la libertà di tutti i popoli. Lo sono ancora di più perché, e la storia inequivocabilmente lo dimostra, hanno un profondo disprezzo per i diritti altrui, per le tradizioni altrui, per la dignità altrui.
È venuto a mancare, con la fine dell'Unione Sovietica, un polo contrapposto. Equilibratore. Mai come in questo momento ce n'è bisogno. Mai come in questo momento, sarebbe stato indispensabile avere una Europa unita e autonoma, assai diversa dalla buffonata di Maastricht; in grado di opporsi allo strapotere statunitense. In grado di gettare sulla bilancia tutto il proprio peso; capace di difendere la propria e altrui libertà; la propria e altrui dignità umana e culturale, i propri e altrui sacrosanti interessi. In poche parole per dire basta a quelle prepotenze, prevaricazioni, ingiustizie, a quegli inutili massacri ed altro ancora cui siamo costretti ad assistere impotenti, ma con tanta rabbia.

Quella rabbia che ancora una volta ci fa gridare, fuori dal coro: stramaledetti americani.
 

Gianni Benvenuti

Indice