il film
"Sol Levante"
di Philip Kaufman
Se i
giapponesi conquistano la California
«La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi»
Von
Clausewitz
«Se non volete che lo compriamo, non Io mettete in vendita»
Akio Morita
(Presidente della «Sony»)
«Se un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile. Quello con la pistola
è un uomo morto»
"Per
un pugno di dollari"
Il marketing è guerra. Ed è guerra totale. Su tutti i fronti. E senza esclusione
di colpi.
Il Sol Levante non sventola più sulle bandiere di guerra dell'Imperatore, ma
incombe nelle notti insonni degli americani che vedono i «musi gialli» muovere
all'invasione della costa del Pacifico.
Tecnologia abbinata a tradizione, binomio da non sottovalutare. «Loro non sono
rincoglioniti dalla televisione e dalla video musica». A parlare così è il
detective Zen. Razionale e sobrio come l'abito di Armani che indossa e
riflessivo come un monaco che non si ferma all'apparenza delle cose.
Non è ancora un Illuminato ma conosce gli Illuminati e la sua via, il suo Tao
s'incrocia con quello degli uomini della azienda nipponica punta di diamante di
una invasione commerciale. Non importa sapere cosa produce, prima del prodotto
viene il concetto di kaizen, ovvero della «qualità».
Una «qualità» che si compone anche di assoluta dedizione all'azienda, anche
quando nel grande grattacielo avvengono fatti di sangue che possono nuocere ad
una importante trattativa in corso.
Non a caso "II libro dei cinque anelli", il cui autore è uno dei maestri d'armi
del Seicento giapponese è stato ripubblicato in Giappone dal Centro Studi per la
Gestione ed è diventato un best-seller tra i manager dagli occhi a mandorla.
Altro che il buddhismo osservato dalle pur pregevoli lenti di Bertolucci. Altro
che la superiorità della religione puritana come piacerebbe a Miglio.
L'invasione è cominciata prima, con l'imbarbarimento della morale e con la
corruzione. Solo dopo vengono i gialli... O i galli. Loro popolano un mondo a
parte. Sotterraneo. Fatto di luoghi di piacere e di karaoke. Ma la guerra è
guerra. E gli affari sono affari. Los Angeles non è ancora la capitale dei
replicanti di Blade Runner, ma già un po' gli rassomiglia. In più i replicanti
sono già tra noi, anzi tra loro. Ma al contrario del replicante che non lo
identifichi... Questo è diverso come un bianco da un nero. Forse per questo il
compagno di strada e di indagini del monaco poliziotto è un nero irruente che
capisce cosa significa la cultura dell'omologazione e del libero mercato, guarda
con curiosità ai nuovi arrivati. «Non combattere una battaglia se non sai di
poterla vincere», è il precetto di Sun Tzu e se non fosse per la lettura
dell'"Arte della guerra" e dei "36 Stratagemmi", questi americani che perlopiù
sembrano correre in aiuto del vincitore, la guerra l'avrebbero già persa.
Meno male che c'è Connery-san che cultore dell'Oriente lo era dai tempi non
sospetti di Bond, quando era già un formidabile giocatore di golf e sapeva
identificare fin dal palato la giusta temperatura a cui bere il sake. Lui sa che
bisogna conoscere il nemico come sé stesso. Lui sa che la vera distinzione Zen
tra la gente colta e la gente comune non si basa su parametri di ordine formale
ma sulla profondità spirituale che caratterizza i due mondi.
L'uomo comune è attaccato alle apparenze e alle cose, mentre colui che si è
incamminato sul sentiero è imperturbabile e immutabile, non si allarma né si
preoccupa e non si tira indietro.
Del resto, di cosa essere certi se tutto intorno è manipolazione della realtà.
Con immagini di fantasmi che appaiono e scompaiono è solo questione di
tecnologie della prossima generazione e di pixel video che accusano od
assolvono. Solo i morti sono veri. La madre di tutte le battaglie continua
sotterranea, produce lutti ed ha anche bisogno di kamikaze che sognano sette
vite da donare all'azienda anziché all'Imperatore. Lo scontro allora si fa
minimalista ed è tra l'individuo ed i codici di comportamento degli altri. È la
reazione degli individui al cospetto delle decisioni che impongono la scelta di
accettare o respingere o negare un'informazione che costituisce una sfida per i
propri preconcetti. Dovremmo provarci... E poi, casomai, fare harakiri.
Barbanera
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