«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno III - n° 1 - 31 Gennaio 1994

 

il film

"Sol Levante" di Philip Kaufman
Se i giapponesi conquistano la California


«La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi»
Von Clausewitz

«Se non volete che lo compriamo, non Io mettete in vendita»
Akio Morita (Presidente della «Sony»)

«Se un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile. Quello con la pistola è un uomo morto»
"Per un pugno di dollari"
 


Il marketing è guerra. Ed è guerra totale. Su tutti i fronti. E senza esclusione di colpi.
Il Sol Levante non sventola più sulle bandiere di guerra dell'Imperatore, ma incombe nelle notti insonni degli americani che vedono i «musi gialli» muovere all'invasione della costa del Pacifico.
Tecnologia abbinata a tradizione, binomio da non sottovalutare. «Loro non sono rincoglioniti dalla televisione e dalla video musica». A parlare così è il detective Zen. Razionale e sobrio come l'abito di Armani che indossa e riflessivo come un monaco che non si ferma all'apparenza delle cose.
Non è ancora un Illuminato ma conosce gli Illuminati e la sua via, il suo Tao s'incrocia con quello degli uomini della azienda nipponica punta di diamante di una invasione commerciale. Non importa sapere cosa produce, prima del prodotto viene il concetto di kaizen, ovvero della «qualità».
Una «qualità» che si compone anche di assoluta dedizione all'azienda, anche quando nel grande grattacielo avvengono fatti di sangue che possono nuocere ad una importante trattativa in corso.
Non a caso "II libro dei cinque anelli", il cui autore è uno dei maestri d'armi del Seicento giapponese è stato ripubblicato in Giappone dal Centro Studi per la Gestione ed è diventato un best-seller tra i manager dagli occhi a mandorla.
Altro che il buddhismo osservato dalle pur pregevoli lenti di Bertolucci. Altro che la superiorità della religione puritana come piacerebbe a Miglio.
L'invasione è cominciata prima, con l'imbarbarimento della morale e con la corruzione. Solo dopo vengono i gialli... O i galli. Loro popolano un mondo a parte. Sotterraneo. Fatto di luoghi di piacere e di karaoke. Ma la guerra è guerra. E gli affari sono affari. Los Angeles non è ancora la capitale dei replicanti di Blade Runner, ma già un po' gli rassomiglia. In più i replicanti sono già tra noi, anzi tra loro. Ma al contrario del replicante che non lo identifichi... Questo è diverso come un bianco da un nero. Forse per questo il compagno di strada e di indagini del monaco poliziotto è un nero irruente che capisce cosa significa la cultura dell'omologazione e del libero mercato, guarda con curiosità ai nuovi arrivati. «Non combattere una battaglia se non sai di poterla vincere», è il precetto di Sun Tzu e se non fosse per la lettura dell'"Arte della guerra" e dei "36 Stratagemmi", questi americani che perlopiù sembrano correre in aiuto del vincitore, la guerra l'avrebbero già persa.
Meno male che c'è Connery-san che cultore dell'Oriente lo era dai tempi non sospetti di Bond, quando era già un formidabile giocatore di golf e sapeva identificare fin dal palato la giusta temperatura a cui bere il sake. Lui sa che bisogna conoscere il nemico come sé stesso. Lui sa che la vera distinzione Zen tra la gente colta e la gente comune non si basa su parametri di ordine formale ma sulla profondità spirituale che caratterizza i due mondi.
L'uomo comune è attaccato alle apparenze e alle cose, mentre colui che si è incamminato sul sentiero è imperturbabile e immutabile, non si allarma né si preoccupa e non si tira indietro.
Del resto, di cosa essere certi se tutto intorno è manipolazione della realtà. Con immagini di fantasmi che appaiono e scompaiono è solo questione di tecnologie della prossima generazione e di pixel video che accusano od assolvono. Solo i morti sono veri. La madre di tutte le battaglie continua sotterranea, produce lutti ed ha anche bisogno di kamikaze che sognano sette vite da donare all'azienda anziché all'Imperatore. Lo scontro allora si fa minimalista ed è tra l'individuo ed i codici di comportamento degli altri. È la reazione degli individui al cospetto delle decisioni che impongono la scelta di accettare o respingere o negare un'informazione che costituisce una sfida per i propri preconcetti. Dovremmo provarci... E poi, casomai, fare harakiri.


Barbanera

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