Anno III - n° 1 - 31 Gennaio 1994
l'ultima
Scuotesi a' venti il venerando crine de' tuoi abeti che s'ergon maestosi, e: Quando, Italia? al del senza confine sussurran lugubri i giganti amorosi. Italia, quando la tua terra libera sarà da l'ugna de le mille arpie? Di', quando il genio e il pugno del tuo popolo schiacceran l'epa a mitre e a dinastie? Oh purtroppo è lontan quel desiato di': panem et circenses l'ideale è dell'uomo: nel brago indisturbato s'introgola tutt'ora, sozzo maiale, chi del martirio tuo mercato fé ': e sempre sempre del tuo sangue han sete preti, banchieri, sgherri: e mai non v'è speme d'ore più libere e più liete. No?proprio no? dunque rifulge invano una stirpe di secoli per te? Dunque è dannato ilpopol tuo sovrano a sbacciucchiar d'idoli e d'ombre il pie'? O Italia grande! i gorghi e le vallate portan l'eco superba del tuo nome: e tornano a sperar l'alme abbrunate: c'è tanto verde sopra le tue chiome! O Italia bella! a gli orizzonti indomiti un 'aurora sorride, e ne le sue limpide ebbrezze un mondo novo palpita: c'è tanto verde su le chiome tue!
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