«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno III - n° 4 - 15 Giugno 1994

 

Alla cerca del padrone

 

Se gli uomini saranno costretti a tacere, grideranno le pietre.
(Cristo ai Farisei)


È il tempo in cui ognuno si affretta a sfumare le proprie posizioni per unirsi agli altri e pur di sopravvivere, sia pure con i rottami, rifiuta di definirsi. Gli obiettivi nobili, quelli che richiedono sofferenza e passione, dimenticati; così come il coraggio che dava sfogo agli antichi istinti che producevano speranze e ideologie. Altro che popolo bue! Siamo un'accozzaglia di ruffiani, vigliacchi e venduti che vaga come turba di schiavi. Randagi alla cerca del padrone.
Dov'è tutta quella gente il cui stomaco fermentava all'improvviso appena appariva un cencio rosso? Povera Italia dove più nessuno impreca e bestemmia, dove tutti hanno perso il gusto di lottare, di tutto arrischiare per un'idea! Una qualsiasi idea. Azzardare un grande sogno? Meglio una pacifica e mediocre esistenza piuttosto che portare il peso delle proprie passioni nel gioco dei mutamenti. Meglio accettare la variante liberaldemocratica di una destra tecnologica che darà sfogo al mercato, al denaro, alla lotta competitiva e aggressiva, all'individualismo, piuttosto che sobbarcarsi la responsabilità di un effettivo cambiamento. Meglio ancora accettare supinamente quanto ci verrà imposto affinchè, i nuovi padroni, possano tranquillamente operare senza impedimenti. Anche se instaureranno l'autoritarismo. Che ci sarà, statene certi. Infatti, quando una società è governata dalle leggi dell'economia e del mercato, non può fare a meno di impiegare la polizia e le forze della repressione. Diranno che, per battere il comunismo, occorre un blocco d'ordine.
Nel contempo ci parleranno tanto di democrazia, intendendola come somma aritmetica. Ovvero che due valgono più di uno. Parleranno di libertà, ma non la intenderanno come diversità qualitativa e irripetibilità di ogni essere umano; senza prendere in esame l'inesistente possibilità di sottrarre o sommare la sua presenza e le sue idee con quelle degli altri. Essi pensano -i nuovi padroni- che tutto sia ottenibile col denaro, che ogni uomo ha un costo, seppur differenziato.
È al potere un sistema centrista moderato incapace di rappresentare o di capire le aspettative di una società come quella italiana; un sistema che resterà sordo o indifferente alle richieste di qualità. Un sistema che riflette esclusivamente la logica del mercato e ridurrà la politica ad una funzione meramente mediatrice. Poi, con l'andare del tempo, il tepore del livello medio di benessere già esistente negli ambienti che fanno opinione ed il plagio televisivo, concorreranno a sdrammatizzare alcune situazioni, a disinnescare le tensioni, a rendere meno evidenti le crisi. E la gente, quella gente che più non bestemmia e impreca, si adagerà nella rassegnazione.
Questo non è fascismo, beceri e rozzi amici-nemici di una certa neo-sinistra liberal-laburista, pasticciona e inconsistente! Maurice Bardèche, uno scrittore francese -fascista, come egli stesso si definiva- previde lucidamente i tempi che oggi stiamo vivendo e scrisse: «Volete riconoscere a colpo sicuro e immantinente il falso fascismo? Osservatelo: rispetta i miliardi e le banche sono con lui. Vedrete il falso fascismo dare la caccia al coraggio, all'energia, all'illibatezza. E svelerà il suo vero volto. Ha bisogno di schiavi abbrutiti perché non sentano troppo le catene».
Ed io mi permetto di aggiungere che quando l'anima rivoluzionaria del fascismo, quella popolare, viene soppiantata da uomini ambiziosi -uomini di destra, quindi-, si ha il fascismo-regime. Che si chiamino Pinochet o Berlusconi non fa differenza. È destra. Non è fascismo.

a. c.

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