Alla cerca del padrone
Se gli
uomini saranno costretti a tacere,
grideranno le pietre.
(Cristo ai Farisei)
È il tempo in cui ognuno si affretta a sfumare le proprie posizioni per unirsi
agli altri e pur di sopravvivere, sia pure con i rottami, rifiuta di definirsi.
Gli obiettivi nobili, quelli che richiedono sofferenza e passione, dimenticati;
così come il coraggio che dava sfogo agli antichi istinti che producevano
speranze e ideologie. Altro che popolo bue! Siamo un'accozzaglia di ruffiani,
vigliacchi e venduti che vaga come turba di schiavi. Randagi alla cerca del
padrone.
Dov'è tutta quella gente il cui stomaco fermentava all'improvviso appena
appariva un cencio rosso? Povera Italia dove più nessuno impreca e bestemmia,
dove tutti hanno perso il gusto di lottare, di tutto arrischiare per un'idea!
Una qualsiasi idea. Azzardare un grande sogno? Meglio una pacifica e mediocre
esistenza piuttosto che portare il peso delle proprie passioni nel gioco dei
mutamenti. Meglio accettare la variante liberaldemocratica di una destra
tecnologica che darà sfogo al mercato, al denaro, alla lotta competitiva e
aggressiva, all'individualismo, piuttosto che sobbarcarsi la responsabilità di
un effettivo cambiamento. Meglio ancora accettare supinamente quanto ci verrà
imposto affinchè, i nuovi padroni, possano tranquillamente operare senza
impedimenti. Anche se instaureranno l'autoritarismo. Che ci sarà, statene certi.
Infatti, quando una società è governata dalle leggi dell'economia e del mercato,
non può fare a meno di impiegare la polizia e le forze della repressione.
Diranno che, per battere il comunismo, occorre un blocco d'ordine.
Nel contempo ci parleranno tanto di democrazia, intendendola come somma
aritmetica. Ovvero che due valgono più di uno. Parleranno di libertà, ma non la
intenderanno come diversità qualitativa e irripetibilità di ogni essere umano;
senza prendere in esame l'inesistente possibilità di sottrarre o sommare la sua
presenza e le sue idee con quelle degli altri. Essi pensano -i nuovi padroni-
che tutto sia ottenibile col denaro, che ogni uomo ha un costo, seppur
differenziato.
È al potere un sistema centrista moderato incapace di rappresentare o di capire
le aspettative di una società come quella italiana; un sistema che resterà sordo
o indifferente alle richieste di qualità. Un sistema che riflette esclusivamente
la logica del mercato e ridurrà la politica ad una funzione meramente
mediatrice. Poi, con l'andare del tempo, il tepore del livello medio di
benessere già esistente negli ambienti che fanno opinione ed il plagio
televisivo, concorreranno a sdrammatizzare alcune situazioni, a disinnescare le
tensioni, a rendere meno evidenti le crisi. E la gente, quella gente che più non
bestemmia e impreca, si adagerà nella rassegnazione.
Questo non è fascismo, beceri e rozzi amici-nemici di una certa neo-sinistra
liberal-laburista, pasticciona e inconsistente! Maurice Bardèche, uno scrittore
francese -fascista, come egli stesso si definiva- previde lucidamente i tempi
che oggi stiamo vivendo e scrisse: «Volete riconoscere a colpo sicuro e
immantinente il falso fascismo? Osservatelo: rispetta i miliardi e le banche
sono con lui. Vedrete il falso fascismo dare la caccia al coraggio, all'energia,
all'illibatezza. E svelerà il suo vero volto. Ha bisogno di schiavi abbrutiti
perché non sentano troppo le catene».
Ed io mi permetto di aggiungere che quando l'anima rivoluzionaria del fascismo,
quella popolare, viene soppiantata da uomini ambiziosi -uomini di destra,
quindi-, si ha il fascismo-regime. Che si chiamino Pinochet o Berlusconi non fa
differenza. È destra. Non è fascismo.
a. c.
|