«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno III - n° 4 - 15 Giugno 1994

 

i dibattiti

Al confronto

 

Al confronto
C'è chi si indigna per la «scesa in campo» di Berlusconi.

L'autodenuncia
Io no. Ho deciso di non stare all'opposizione, ma di aderire a Forza Italia. Più precisamente ho aderito ad una sorta di cellula giacobina: un club. Una conventicola che, nella peggiore tradizione Carbonara, si concentra nel ventre di Pisa in due stanzette di uno storico palazzo (sono gli spogliatoi della servitù), di proprietà (?) di un artista pisano recentemente scomparso, che si mangiò tutto, anche l'anima a cui probabilmente non credeva in onore di Dioniso. Nobile arrivato agli onori della cronaca per aver partecipato ad alcune trasmissioni di Costanzo.

L'osservazione
Quante volte si è discusso della eterogeneità dei contenuti di "Tabularasa"! Il numero del 30 aprile ha dissolto questa caratteristica infamante per un giornale di partito, ma essenziale per una voce movimentista. "Tabularasa" di aprile: un blocco di cemento. Tutti contro Berlusconi.

I motivi
Dice Antonio Carli in prima pagina: «È un insieme gelatinoso. Destra che disattende il vivo desiderio di poter ottenere pulizia morale. Falso Fascismo alla ricerca di professionali consensi per strabiliare gli ingenui».
Per Beniamino Donnici siamo alla operazione di salvataggio del sistema mirabilmente riuscita.
Per Gianni Benvenuti è la sola faccia del capitalismo, che aggrega in una realtà sostanziale l'arco che parte dal MSI e termina al PDS.

Vita nova
Collocarsi alla sinistra dell'estrema sinistra. La Sinistra Nazionale. È la ricetta essenziale che propone "Tabularasa". Ricetta che si sforza di riproporre antichi impasti della premiata farmacia del Sindacalismo Rivoluzionario, amalgamata attraverso l'eroica ginnastica fisico-intellettuale di Fiume e Salò.

Ritessiamo il filo
Mi si permetta di osservare che la fuga alla sinistra della sinistra è ricorrente per le minoranze nelle crisi dei movimenti pre-fascisti, fascisti e post-fascisti. Mito che è espressione stessa di crisi, impotenza nascosta con una formulazione linguistica, di mutare la strada del movimento. Espressione di una nobile e corretta insoddisfazione di fronte ad un generale rilassamento ideale. Però è confusione.

Confusione di termini
Siamo un gruppo che sempre ha contestato l'autodefinirsi di destra. Un concetto politico che per essere espresso ha necessità di aggettivi è confuso e confonde. Ho sempre pensato durante la feroce polemica nel MSI, negli anni '80, che la discussione sul termine Destra si isterilisse e divenisse nominalistica. "Tabularasa" cade nel medesimo errore. Impone il termine sinistra, contemporaneamente è costretto ad aggettivarlo e, per farsi intendere, immaginare una presenza geografico-parlamentare un po' ridicola (a sinistra della sinistra).

Il torcicollo
Gli articoli più brutti di "Tabularasa" sono «replicanti»; sempre costantemente quelli che parlano del MSI. La sindrome dell'amante tradito è un errore. Proporrei, anche se è difficile, di trattare il MSI-AN come gli altri partiti. Non comprendo perché si può discutere pacatamente di Bertinotti, Occhetto e De Mila e perdere la torcia della ragione se si sente nominare Gianfranco Fini. Al di là del romanticismo prendiamo atto della separazione delle strade.

Le contraddizioni
Non mi sembra corretto dire che si vuoi fare l'interesse del popolo e poi definire il popolo bue. Non mi sembra che esista un elettorato intelligente, in specie quello che vota Donnici, ed uno stupido, quello che vota Berlusconi. L'autocelebrazione del «Noi fummo, siamo e saremo minoranza» è come l'assurgersi a martiri per disegno personale. Autocompiaciuti, reietti e proscritti.

Il gusto della differenza
Non sono di sinistra e non sono socialista. Ho sempre annusato nella sinistra quella voglia di eguaglianza che deprime l'uomo. Il puzzo del totalitarismo. Mi domando come farebbe Antonio Carli, che ha sputato sangue nella vita e ha cresciuto figli che ha sempre pensato debbono percorrere strade proprie ed essere uomini, a porsi alla sinistra di coloro che pensano che lui è uguale a loro; che pensano, dipendenti del comune, che il proprio figlio dovrà essere dipendente del comune, vivendo in una casa comunale di cui forse neanche pagano l'affitto.
Mi domando se gelatinosa non sia la produzione di una società basata sull'egoismo dell'abbattimento delle differenze; dell'annullamento dei corpi intermedi; del superamento delle origini culturali e religiose non per incontro, ma per sopraggiunta inutilità o dichiarazione statale di sovrastruttura. Che sia trasbordato nella Destra e nel capitalismo inavvertitamente?

Filo di memoria
Il 30 aprile del 1984 «L'Eco della Versilia» pubblicò un pamphlet (in verità era qualcosa di diverso, non credi? - N.d.R.) di Beppe Niccolai: «Socialismo Tricolore». Uno scritto-assalto all'arma bianca contro la DC; l'apertura di credito al socialismo craxiano. Alla fine del 1984 al XIV Congresso nazionale del MSI, dall'acquitrino inquinato dell'unità interna, emergeva il documento «Segnali di Vita» di Beppe Niccolai, Umberto Croppi e Peppe Nanni. Fu la salvezza del popolo delle rane.
«Non è importante la vita. Importante è ciò che si fa della vita. La DC è il male italiano [...] il partito della sopravvivenza di un'Italia che esce dalla storia, innalzando a proprio vessillo la furbizia untuosa, l'abilità manovriera, la mancanza di fede, la spregiudicatezza cattiva del potere che in sé esaurisce e da sé si giustifica. L'anticomunismo non può essere un alibi per difendere il meno peggio, o addirittura, la convenienza di pochi, altrimenti si farebbe il gioco del comunismo. Il gioco del comunismo si fa rimanendo subalterni al partito-stato. Occorre ridefinirsi come alternativa totale al regime DC. Soprattutto in politica estera».
Anche in quel caso molto non condividevo, ma aderii per il molto che condividevo. Ti ricordi, Antonio, le pressioni, le angherie, la lista dei proscritti a cui si sorrideva ammiccanti («siamo d'accordo, ma non si può dire») per poi dare una pedata nei testicoli?

Programma Berlusconi
Scrive Berlusconi: «II Governo e il Parlamento devono fissare ed applicare le regole del gioco, ma il gioco deve restare nelle mani degli individui liberi, delle famiglie, delle imprese, delle associazioni in cui si divide la società civile. Senza restituire ai cittadini la libertà e la responsabilità che la vecchia politica aveva confiscato a vantaggio dello Stato e dei partiti, niente è possibile. Soltanto sulla libertà si possono fondare l'unità del Paese e la solidarietà di tutti».

Quarto obiettivo del programma di Forza Italia
Vogliamo un'Italia che non basi la sua politica estera sull'improvvisazione ma sulla corretta definizione dei suoi interessi nazionali.

Punto 30 del programma
Valutare la partecipazione dell'Italia alle iniziative dell'ONU in funzione della realizzabilità di tali operazioni valutandone finalità, limiti e natura. Il Problema Italiano: una politica estera coerente e sottratta alla tentazione di un utopistico universalismo. Gli USA sono guidati da una nuova generazione politica, e con essa cade l'idea di una loro responsabilità mondiale. La caduta del bipolarismo rende il quadro internazionale assai meno influente nella nostra politica estera. Da soggetto appartenente ad uno dei blocchi siamo dì nuovo nella situazione di soggetto politico capace di politica estera autonoma.

Punto 12 del programma
Incrementare la capacità del personale della Difesa di operare in ambito internazionale.

Punti 13, 16, 21 del programma
La famiglia italiana rappresenta un elemento di stabilità, di equilibrio e di solidarietà. Creare leggi che riconoscano la dignità del lavoro che le donne svolgono nell'ambito del proprio nucleo familiare. Istituire un assegno di maternità. Promuovere una nuova legislazione minorile, uno statuto del diritto del minore.

Punto 11 del programma
Cultura e patrimonio artistico è la nostra principale risorsa, la vera ricchezza ed identità nazionale, non sono mai stati al centro della strategia nazionale.

Punto 6 del programma
Bioetica. I problemi etici posti in campo dalla ricerca biologica non possono essere lasciati alle intese di comportamento fissate dalla comunità scientifica.

Commento
Non so se questo sia il programma di rinascita nazionale di Lido Gelli. Ma condivido molto di più di questo programma di quanto abbia condiviso mozioni congressuali del MSI, che pure mi è capitato di votare e servire. Non so se Forza Italia sia il circuito di riciclaggio craxiano, ma francamente non me ne frega niente. I miei 17 anni di militanza nel MSI hanno fatto sì che della sopportazione, della pazienza e dell'attenzione abbia fatto pratica Zen. Tanto che non escludo di poter scrivere un testo dal titolo "Lo Zen e il porto delle mutande di ferro".

Partecipare a Forza Italia
È così che ho deciso di scendere in campo.
Sono più grassoccio di quando avevo 15 anni. Ho più capelli bianchi. Mi incazzo sempre facilmente, ma ho imparato a separare lo sdegno dalla sua manifestazione.
Non ho paura di farmi male, di tagliarmi i polsi con le contraddizioni. Ho voglia di pensare, di leggere e di studiare. Di agire e di volare restando in piedi.
Non ringrazierò mai Berlusconi per i lungometraggi americani, ma certo lo dovrò ringraziare per aver dato l'opportunità al Paese di superare, di frantumare l'idea che alla DC si opponga il PCI; quindi finita la DC, governa il PDS. Dovrò ringraziarlo perché, anche con le sue insicurezze politiche ed intellettuali (ma c'è qualcuno più sicuro?), ha il coraggio di rischiare in prima persona la propria storia e la propria vita. Avrebbe potuto, con sicuro successo, mediare, comprare o cooptare larga parte della sinistra, non escluso il PDS. Invece ha affrontato con i suoi 64 denti, che spero si replichino come quelli degli squali, la battaglia. No, non vedo perché dovrei irritarmi e non difendere quella parte di bandiera che è anche mia.
Le mutande di ferro le conservo sempre.

 

Gino Logli

 


Caro Logli, ho la sensazione che i lettori, non conoscendoti personalmente, trarranno, dal tuo scritto, una pessima impressione.
Controbattere, punto per punto, una così lunga e puntigliosa elencazione, richiederebbe spazio, pazienza e, soprattutto, tanta affettuosa umanità. La tua chiusa mi ha colpito: «Le mutande di ferro le conservo sempre». Vuoi dire che la tua adesione a quel club non è poi così entusiastica. Temi e ti guardi le spalle. Brutto segno per un neofita. Altri ti consiglierebbero di mettere a frutto le esperienze e, di esse tenerne conto. Altri, non io. Perché ho sempre pensato che il fastidioso richiamo alle esperienze celi, in verità, la brutta strada del compromesso. Per questo, forse, vivo come un lupo solitario, disprezzando apertamente gli opportunisti, i pavidi, i baciapile. Vivere senza capi e senza seguaci. Provaci. In fondo, le tue doglianze, dimostrano chiaramente che non sei tipo da sopportare la vicinanza, o peggio, la stretta di mani sudaticce dei soci di cotanto club.
Mi rimproveri, poi, che abbia usato l'epiteto di bue per definire il popolo. Mi correggo: è un popolo videota. Anzi, idiota. E sogno il giorno in cui, a un magistrato, verrà in mente di trascinare sul banco degli imputati il tuo Berlusconi sotto il peso di un'accusa infamante: circonvenzione d'incapaci. Berlusconi ha dimostrato coraggio? Sì, quello dell'imprenditore che ha fatto fortuna con le miserie altrui, connivendo con avventurieri di tutte le risme, da Flavio Carboni a Gelli. Egli è sì uno squalo, e non in senso metaforico. Leggiti gli atti della Commissione parlamentare sulla loggia massonica P2. Leggiti il libro "Berlusconi. Inchiesta sul signor TV" di Giovanni Ruggeri e Mario Guarino, Kaos Edizioni, Milano, 1994. E se te la senti ancora di far parte di quel club, beh, sono affari tuoi e del tuo... fondo schiena. Nessuna meraviglia che anche tu ti sia fatto turlupinare. Non sei il solo. Altri, con le tue stesse non comuni capacità intellettuali sono stati circuiti, e mi riferisco ad alcuni amici di "Alleanza Cattolica" che aborrivano la massoneria, eguagliata a prodotto del demonio. Per battere il comunismo... dicono. E con quell'ambiente si mischiano divenendone i sensali.
A proposito della Sinistra. Su questo termine la discussione sarà eterna, almeno finché nel mondo regnerà l'ingiustizia e la prepotenza del denaro. Forse hai frainteso ciò che ho scritto. Scrivevo: «se questa è la destra»... aggiungendo il resto. Non mi considero uguale agli «altri» perché, ben conoscendo i miei limiti, peccherei di presunzione. Sono convinto, infatti, che gli «altri», qualsiasi «altro» può essere migliore di me.
Io non scrivo perché penso di riuscire a fare accettare le mie posizioni ideali, ma per esprimere ciò che sento, nella speranza di trovare interlocutori che mi costringano a pensare. A migliorare con il loro aiuto, sì da darmi la certezza che la concezione che ho della vita sia quella giusta. Per questo ho cresciuto i miei figli educandoli a percorrere strade proprie. Sempre dubitando, però, delle mie «lezioni». Esclusa quella che diedi quando negai loro la iscrizione al MSI. Dissi che dovevano vivere da uomini liberi, che dovevano ascoltare la loro coscienza, che non potevano essere condizionati dalla vita che conduceva il padre. E, almeno una, l'ho «indovinata».
 

A.C.

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