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«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno III - n° 4 - 15 Giugno 1994

 

l'ultima

Gli affari di Berlusconi


Audizione di Emilio Pellicani in "Commissione P2"

(24 febbraio 1983 Volume III, Tomo XX, pagg. 414, 415, 416)



Massimo Teodori — Per quanto riguarda il dottor Corona, lei parla ad un certo punto del suo memoriale di compensi elettorali: vuole specificare da chi ha avuto queste notizie, di che cosa si tratta e di quale periodo?
Pellicani — Il periodo in cui Corona inizia a prendere dei soldi da Carboni parte dal 1980, quando lui era ancora presidente della Regione sarda. In quella occasione credo che lui abbia avuto da parte di Carboni dei finanziamenti provenienti dal gruppo Berlusconi per l'operazione Olbia 2.
Massimo Teodori — Provenienti, scusi?
Pellicani — Dal gruppo Berlusconi, Silvio Berlusconi, Edilnord.
Massimo Teodori — Dal progetto Olbia 2?
Pellicani — Da Olbia 2. In quell'occasione Carboni mi disse di aver già bonificato a varie persone della Sardegna, tra cui l'onorevole Corona, per circa 380 milioni di cui 200 dati all'onorevole Corona ed altri ad altre persone.
Massimo Teodori — Quindi è Carboni che lei ha detto di aver... lei non ha seguito queste pratiche in proprio?
Pellicani — No.
Massimo Teodori — È una notizia che lei ha da Carboni.
Pellicani — Io so perché ci furono addebitati 500 milioni che furono portati da Fedele Confalonieri tutti in contanti a Cagliari mentre Carboni, Berlusconi e Corona erano a Cagliari.
Massimo Teodori — Cioè, furono portati 500 milioni in contanti?
Pellicani — 500 milioni in contanti.
Massimo Teodori — Quante valigie occupano 500 milioni in contanti? E una dimensione che io non conosco.
Pellicani — Una valigetta ventiquattr'ore.
Massimo Teodori — Furono portati a Cagliari dove c'erano...? Può ripetere?
Pellicani — Dove c'erano Silvio Berlusconi, Flavio Carboni ed Armando Corona. Però i soldi non furono consegnati tutti; Carboni disse che aveva consegnato tutti i soldi, mentre in realtà, in quell'occasione, credo abbia distribuito 280 milioni e di questa distribuzione vi è traccia sempre nei documenti dati alla magistratura.


Il personaggio Flavio Carboni

 

Salvatore Formica — Vorrei fare una sola domanda. Signor Pellicani, lei ha spiegato le ragioni per le quali non era in condizione di poter uscire dalla situazione in cui si era cacciato. Ma il Carboni da lei dipinto è un fior di farabutto, come ritengo che sia; aveva rapporti con mafiosi, delinquenti, con gaglioffi come questo Dell'Amico, di cui diventava socio o si interessava per costruire delle società; questo aveva anche una situazione finanziaria abbastanza dissestata, sia pure con alterne vicende; si affidava ad usurai, riciclava denaro; insomma, faceva tanti mestieri ed era, comunque, in ambientini abbastanza maleodoranti. Come si spiega che persone sicuramente estranee a questo ambiente, tipo Giovannini, Caracciolo, Corona, Binetti, Pisanu, Roich, Consoli o altri, che dovevano conoscere la storia non limitata e non possibile ad essere coperta — anche perché molti di questi fatti erano chiari e manifesti... Come si spiega che alcune di queste persone diventavano socie, diventavano finanziatori, e quindi un minimo di informazione dovevano prenderla? Poi, altri erano sardi, e quindi conoscevano bene la situazione, perché la Sardegna non è gli Stati Uniti d'America e quindi la gente si conosce. Qual è il suo giudizio, ne ha mai parlato con questi signori? Come mai questi entravano in rapporto? Quale era la forza mistica o la forza materiale?


Forse sarebbe opportuno rivolgere la stessa domanda anche a Berlusconi. Con Carboni era socio in affari. N.d.R.

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