«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno III - n° 7 - 30 Novembre 1994

 

L'unigenito di Dio


«Maledetto colui che cinse di siepi la terra e disse: questo è mio»
Lorenzo Viani, "Ritorno alla Patria",
Vallecchi, Firenze, 1955

«Siccome sono certo di chiamarmi Silvio Berlusconi, non credo che nessun tribunale al mondo possa condannarmi perché mi chiamo Silvio Berlusconi»
Berlusconi, Roma, 1.12.1994



È vero, andrebbe preso a calci. Motivazione: «maltrattamento della lingua italiana». Ma se il «dio fatto uomo» si fosse così espresso al cospetto degli stirpati nella taverna del Casone, tra quelli che hanno per coltre il firmamento e son frammisti a «prostitute scarnificate dalla sifilide, ròse dall'alcool, divorate dal lupus», vi sarebbe stata una furibonda sollevazione. Di colpo, rizzati inveleniti di sul cuccio, gli stirpati lo avrebbero agguantato per le trombe dei pantaloni e ben randellato con i caviglioli delle seggiole. Poi... impalato alla moda dei turchi.
Purtroppo, anni luce ci separano dal tempo degli stirpati. Boccheggiamo nella tenebrosa oscurità, irreggimentati da un tizio con pose da indovino e un po' da negromante che promette terni secchi e non ne esce neppure un numero. Che tiene a murata una torma di disertori della vanga, una mandra di scarabei razzolanti tra la lordura della terra, un trogolo più lurido di un baston da pollaio, che han nelle mani uno stilo per firmar decreti. Spurghi di natura da pestarsi in un mortaio e dati, di poi, da beccar ai polli.
E noi, invece, lì, tutti agganghiti, quasi costretti a girar di notte perché abbiam perso il riso, come se non avessimo più la faccia da mostrare. Ingrugnati, a sgrondar lacrime grosse come nocelle, timorosi di annegare anche in un bozzo di strada. Con sul viso i tatuaggi delle mortificazioni, i crolli delle illusioni, i morsi dell'iniquità. Umanità miserabile. Incapace di contegnosa austerità, di anelito alla libertà, alla dignità, alla ragione. Attediati, sconturbati, previdenti solo nelle cose futili. Senza rendersi conto che l'uomo altri non è che una barca che deve tragittare pelaghi sterminati e procellosi.
E allora, perché non s'alza un grido di rivolta? Ma davvero non c'è più nessuno in grado di sollevare i cuori, di farli palpitare al vento? Invece, andiamo avanti campando alla giornata, presi per mano da un massone che spergiura sulla testa dei figli; che promette manna e piovono flagelli; che come menagramo supera lo stesso Pertini.
Povera Italia nostra! Ti sei mai chiesta se non è il caso di pensare, seriamente, ad una necessaria ed improrogabile catarsi? Non vedere i pericoli, continuare a sperare, demandare l'incarico di assicurare un futuro per i tuoi figli ad un Masaniello da strapazzo, vuoi dire arrendersi. Prega, allora, perché si facciano vivi i veri lazzaroni.


Tono Stiacciamadonne

 

 

 

 

Giovanni Buggeri
Berlusconi. Gli affari del Presidente

Kaos Edizioni
 

 

 

Benché ufficialmente affiliato alla Loggia massonica segreta in data 26 gennaio 1978 (tessera 1816, codice E 19.78, gruppo 17, fascicolo 0625, versamento per quote 1978 Lire 100.000 con ricevuta n° 104 del 5.5.78), i contatti di Berlusconi col Venerabile maestro e con gli ambienti piduisti erano antecedenti.

Infatti, il segreto «Piano di rinascita» elaborato dalla P2, tra il 1975 e il 1976 conteneva un preciso riferimento all'attività di Berlusconi, là dove prevedeva la necessità di introdurre nell'ordinamento una «nuova legislazione urbanistica favorendo le città satellite» (e il primo e il solo costruttore italiano alle prese con «città satellite» era per l'appunto Berlusconi con Milano 2). Inoltre, fin dal luglio 1977 Berlusconi aveva espresso tesi e concetti politici totalmente coincidenti con i «presupposti politici» indicati nel segretissimo «Piano» piduista, esplicitando l'utilizzo dei suoi mass media ("II Giornale Nuovo" e "Telemilano") in chiave di strumento politico «anticomunista» esattamente come indicato nel «Piano» della Loggia segreta

 

(dal libro "Berlusconi. Gli affari del Presidente")
 

 

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