i miti contemporanei
l'americanismo alla conquista del
mondo
L'inganno del
«villaggio globale»
«Quidquid id est, timeo Danaos et dona ferentes»
(Di qualunque cosa si tratti, temo i Danai anche quando offrono doni)
Virgilio, Eneide, II, 49
L'idea della solidarietà e della fratellanza tra gli umani ha sempre affascinato
le menti di tutti. Fiumi di parole sono stati impiegati ed interi volumi
composti per illustrare questo concetto. Il problema fu affrontato in ogni tempo
e presso ogni area geografica da parte degli ingegni più illuministi e dai
Maestri di ogni religione, che hanno dimostrato all'umanità come la questione,
apparentemente utopistica, possa invece risolversi con facilità, operando
l'unica vera rivoluzione, quella di tipo interiore, cioè cambiando le coscienze
degli individui. Dal momento che la società è formata da singole persone,
mutando il cuore di ognuna di esse, automaticamente si opererebbe il miracolo di
rinnovare l'intero aspetto ed assetto della collettività.
Ovviamente, per operare quello che può apparire un miracolo, occorre spostare i
nostri interessi e, conseguentemente, i nostri desideri dall'area puramente
individuale e marcatamente egoistica a quella dell'ecumene universale, dal
privato al collettivo.
Agendo in questa direzione, per il fatto stesso di privilegiare tale stato
d'animo, scomparirebbero dal volto della Terra le guerre d'ogni tipo, i motivi
scatenanti le tensioni ideali, gli attriti che a lungo andare producono i
conflitti.
Non si tratta certo di prospettare un Eden irrealizzabile, in cui la convivenza
pacifica non sia più un sogno, ma di proporre davvero e di attuare un tipo di
società finalmente diverso, certamente migliore di quello attuale, sconvolto da
secolari guerre tra nazioni diverse, da conflitti etnici e religiosi d'ogni
tipo, sempre più estesi e terribili.
D'altra parte, è vero che le voci dei più autorevoli fautori di tale nuovo
assetto delle cose (il Cristo, in primis!) sono rimaste inascoltate e
che, anzi, gli stessi discepoli sono stati i primi a tralignare, azzuffandosi
tra loro in modo indecoroso, alimentando fazioni e schieramenti contrapposti e
dimostrando in tal modo di non aver affatto compreso il messaggio ricevuto, di
cui loro stessi avrebbero dovuto essere i più genuini divulgatori.
Ma tant'è...; per cui, ci sembra tempo perso il recriminare ulteriormente.
Sarebbe più utile, invece, riproporre in ogni modo e ad ogni pie' sospinto tale
visione del mondo, l'unica -a nostro avviso- capace di salvare l'umanità da una
catastrofe che sembra tanto più imminente, quanto più ci si discosta da tali
princìpi. Sarebbe, altresì, nobile e doveroso collaborare con quanti si fanno
sostenitori e portavoce di tale esigenza, aiutandoli con le parole, gli scritti
e l'azione a svolgere quella che ai nostri occhi appare una vera e propria
missione.
Tuttavia -e qui arriviamo al nocciolo della questione- è altrettanto essenziale,
fondamentale ed importantissimo sviluppare il proprio discernimento e tutta la
sagacia di cui dispone l'essere umano, per non venire abbindolati dagli abili
venditori di belle parole, da chi si fa paladino di grandiose crociate a favore
del prossimo, mascherando dietro a tanto altruismo sporchi interessi personali.
Anche in questo compito certamente non facile ci può soccorrere la saggezza dei
padri, che nei loro scritti hanno messo sull'avviso sia i contemporanei che i
posteri dal pericolo di cader preda di astuti demagoghi e di tutti quei loschi
figuri che sanno sfruttare ogni situazione a proprio vantaggio. A tal proposito,
le citazioni si sprecherebbero e, pur non intendendo tediare i lettori o,
tantomeno, far sfoggio di sterile cultura, vogliamo citarne alcune, tanto per
rinfrescare la memoria di coloro che l'avessero dimenticato e, soprattutto, per
mostrare come la tradizione culturale possa rivelarsi pragmaticamente utile nei
tempi moderni, non rappresentando affatto un inutile bagaglio di nozioni, bensì
un valido ausilio a risolvere problemi attuali ed urgenti; nel caso specifico, a
sventare pericolose manovre ed inganni ben congegnati.
Tanto per cominciare, oltre alla citazione virgiliana posta a mo' di didascalia
del presente articolo ed attribuita al troiano Lacoonte, che subodorava
l'inganno dei Greci costruttori del cavallo di legno da trasportare all'interno
della città, ci piace ricordare l'allegoria della frode di dantesca memoria,
fissata per sempre nell'immagine del mostro Gerione dal viso d'onestuomo e dalla
coda serpentina; oppure quella non meno icastica dell'Ariosto che, nel suo
Orlando Furioso, ce la presenta sotto le spoglie di una donna dal viso compunto,
che nasconde le sue deformità sotto vesti sontuose. Anche il buon Orazio,
nell'Arte poetica, ci avverte che in genere l'umanità è ingannata da un aspetto
rispettabile; per non parlare poi di Fedro, il favolista moraleggiante, che
nelle sue poesie mette continuamente in guardia il lettore dai furbi disonesti.
Insomma, valga per tutte la citazione del proverbio latino che avverte come il
veleno s'annidi nella coda: in cauda venenum!
Crediamo, pertanto, che quanto detto sia sufficiente ad allertare il lettore nei
confronti dei facili allettamenti a cui sempre più spesso ricorrono gli
intriganti per legittimare le loro losche e subdole manovre.
In quest'occasione, intendiamo riferirci al faraonico progetto sbandierato dagli
USA di costituire un nuovo ordine mondiale, teso ad assicurare una pace duratura
ai popoli della Terra (ahimè, la pax americana!), unificando tutte le nazioni in
un unico, gigantesco villaggio globale. Apparentemente e soprattutto ai giovani,
senz'altro idealisti ma anche notevolmente ingenui, tale piano di riassetto
planetario può apparire affascinante, giusto, risolutore degli infiniti problemi
a cui accennavamo in precedenza. Però -c'è un però- bisogna vedere da che
pulpito viene la predica. O che gli americani si sono convertiti all'improvviso
ed in massa, confluendo nelle file dell'Esercito della Salvezza?
È vero che l'etica protestante, ben diffusa nei Paesi di lingua anglosassone,
predilige le serate di beneficenza e le buone azioni scoutistiche, che pure
appaiono più un alibi per tranquillizzare la coscienza, ma non crediamo davvero
-ci si perdoni la diffidenza- che un popolo di mercanti e d'avventurieri
provenienti da tutte le nazioni del mondo (tali sono le radici della giovane
nazione d'oltreoceano) muti improvvisamente rotta, costumi, appetiti, abitudini
e divenga paladino di un nobile ideale del tutto disinteressato. Non riteniamo
plausibile che una federazione di nazioni che ha fatto del denaro l'unico vero
dio, della speculazione una prassi, dell'arrivismo senza scrupoli una virtù (e
qui c'è di mezzo l'etica calvinistica, che indicava nella ricchezza un segno
della benevolenza divina), dell'individualismo più sfrenato e dell'egoismo più
ignobile un pregio (il selfmade man tanto decantato dalla way of life
americana), che ha fondato la sua potenza sulle lacrime e sul sangue di miliardi
di diseredati, di reietti, di emarginati, che non ha esitato a scatenare guerre
sanguinose fin dal momento della propria nascita su tutto il globo terracqueo
per difendere i propri interessi, arrivando anche a servirsi dell'arma nucleare,
il cui uso faceva tentennare lo stesso Hitler (il che è tutto dire!), che ha
sostenuto i peggiori tiranni della storia, di volta in volta di destra o di
sinistra, installando signorotti di comodo nei punti strategici del pianeta,
sempre pronta a scaricarli o sconfessarli quando non fossero più utili alla
bisogna, non crediamo davvero -dicevamo- che un tale Paese muti così
repentinamente opinione ed abbandoni all'improvviso la strada fin qui battuta.
Diteci pure che siamo maligni e prevenuti, ma tale conversione alla vera
democrazia (non quella sempre sbandierata e mai praticata!) ci puzza; pertanto,
ci crediamo in diritto di pensare che qui gatta ci cova.
Ed infatti, a ben vedere, cosa può nascondersi dietro tali commoventi parole o
le struggenti immagini di razze diverse, accomunate dal fatto d'indossare capi
d'abbigliamento dello stilista alla moda (ahi, gli united colours di
benettoniana memoria!)? Cosa tra l'altro inverosimile, perché -diteci voi- dove
diamine troverebbero i soldi per togliersi simili sfizi gli squallidi abitanti
delle bìdonvilles messicane, brasiliane, afroasiatiche, ignobilmente
sfruttate dal bieco capitalista di turno che impone a tutti la legge del proprio
sconfinato e sconcio profitto? Cosa nasconde tutto ciò? E non diteci, per
favore, che le nostre sono ipotesi non comprovate, dal momento che riteniamo
quanto detto finora più che sufficiente ad aprire gli occhi a chicchessia!
Cosa nasconde tutto ciò? Ma, signori, semplicemente l'inesauribile auri sacra
fames, l'esecranda brama dell'oro che tanti lutti ha portato all'umanità,
che tanti errori ed orrori ha fatto compiere nei secoli, che tante violenze ha
prodotto.
Su di essa si è fondata, si fonda e si fonderà la potenza americana, che pure si
proclama paladina dei diritti dei popoli, della pace, della giustizia. Peggio
che porsi sotto la tutela del lupo di Cappuccetto Rosso! Però, la gente non ha
capito, affascinata dalle parole ed abbagliata dalle immagini. Ed anche in
questo gli americani appaiono maestri indiscussi. Bisogna riconoscerlo; chi,
come loro, ha saputo così accortamente e subdolamente usare i mass-media
per sostenere i propri interessi? Il fascismo, lo stalinismo, il nazismo, la
rivoluzione culturale cinese appaiono al confronto dei movimenti gestiti da
dilettanti. Chi ha addomesticato tutto e tutti, ungendo a destra e a manca, per
veder trionfare il proprio punto di vista?
Bravi, bravissimi; non c'è che dire! Non vogliamo credere, però, che questa
manovra a tenaglia, tesa a strangolare definitivamente l'intera umanità da parte
delle gigantesche chele del granchio statunitense, dei tentacoli della piovra
americana, dei lacci degli onnipotenti finanzieri di Wall Street vada in porto,
senza che si risvegli la coscienza di qualche intellettuale non ancora
ipnotizzato (o venduto), oppure quella di un politico più avveduto che sappiano
intuire il pericolo e, di conseguenza, non stare al gioco.
Se così non fosse, signori, la partita potrebbe considerarsi chiusa e stavolta
davvero per sempre. Per cui, si farebbe tristemente calare il sipario sulla
squallida ultima scena di un dramma che vede sul palcoscenico del mondo agitarsi
un'umanità irretita dalla religione del rock, ubriacata dai fiumi di
whisky e Coca-Cola che sommergono i continenti, vestita coi jeans
dei vaccari, avvelenata dai precotti e surgelati elargiti nei fast-food,
affascinata dalla civiltà (?) delle macchine, nonché dalla barbara lingua
dell'impero e da tutti gli americanismi e le americanate dominanti, all'ombra
dello zio Sam che vende indisturbato le sue mercanzie, senza più nemmeno il
bisogno di fare la guerra, ad un popolo beota di schiavi che scuote ridendo le
proprie catene, assordato dal loro stesso fragore.
Alfredo Stirati
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