«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno IV - n° 7 - 31 Dicembre 1995

 

Tabula rasa o piena?
 

Tabula rasa o piena?

Dalla destra alla sinistra, passando per il centro sopra il centro. I niccolaiani (Beppe Niccolai, nel MSI, è stato un uomo politico e di pensiero di notevole spessore) oscillano, ondeggiano, si dibattono. Qualcuno sta nella Fiamma di Rauti e Staiti, qualcun altro ha fatto il famoso «salto della quaglia» raggiungendo i laburisti e addirittura Rifondazione Comunista (la Russia, d'altra parte insegna. Le alleanze nazional-bolsceviche sono possibili). Tabula rasa, è da sempre il pallino dei filosofi, degli intellettuali e dei politici che vogliono andare «oltre». Tabula rasa è anche l'organo di battaglia dei niccolaiani toscan-versiliesi. Ma dietro «l'invito» coraggioso della testata, troppi mix giornalistici e dejà-vu.

Quello sopra è il «riquadro» apparso su L'Italia settimanale qualche tempo fa, «gestione capretta», nel mezzo di un «pastone» inneggiante al ritorno dei Savoia. Il «curatore» della pagina ci prende di mira ironizzando sulla titolazione della nostra testata, dichiarandola «organo di battaglia dei niccolaiani toscan-versiliesi». Bene, «amico». Per quanto riguarda noi versiliesi, abbiamo tanto di quel salmastro addosso che simili critiche non scalfiscono la nostra impermeabilità. Ma se il caso ci porta a contatto col motriglio terragnolo, sappia, l'«amico» Torriero, che noi abbiamo sempre di scorta la caétta (orinale) per non contaminarci coi terrazzani. E del loro dire ne facciamo tabula rasa. Piene sono, però, le nostre tasche: dei Savoia e di tutti i principi o reucci. E nell'eventualità di un loro ritorno, morti o vivi, siano essi mezze seghe caabasso o figlioli spurii di corazzieri, trafficanti e piduisti, giullari e buffoni della TV, noi li accoglieremo da buoni toscani. Allo stesso modo con cui i pratesi accolsero il re di Francia, Carlo VIII, quando ebbe l'ardire di passare per le loro contrade: facendo riverenza col sedere e una pisciatina contro il muro. Che, dice Malaparte, «la Toscana è il solo paese in Italia dove si piscia per politica, non per necessità. Poiché non c'è Papa, o Re, o Imperatore, che riesca a far orinare i toscani non quando non ne hanno bisogno, ma quando non ne hanno voglia». Così sono i toscani.

Ritornano i savoiardi? Ma da noi li schifano anche i bimbetti. Pensa, «amico» Terriero, che a differenza di tanti loro coetanei di fuor di Toscana che la mattina li sgranocchiano a colazione, i nostri bimbetti si svezzano inzuppando il pan d'un giorno nel vin d'un anno. E crescon, sì salcigni e tosti che, appena appena si impratichiscono nell'uso delle gambe, gli vien subito la voglia di prendere a calci in culo i monarchici di tutto il mondo. Ed in questo esercizio si divertono di più con i Savoia. Sono alla loro altezza.

A.C.

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