«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno IV - n° 7 - 31 Dicembre 1995

 

le lettere

L'idea, l'ideologia e le persone
 

 

Troppa è l'amicizia e l'affetto che mi lega ad Antonio Carli, troppo il rispetto per l'Uomo politico serio ed idealista, troppa la stima per la sua rivista nei due nomi che l'hanno contraddistinto nel tempo, per pensare che non potrà trovarvi un po' di spazio per questa mia, che non è, non vuole essere né deve essere una apologià o una difesa, per il semplicissimo motivo che l'oggetto ultimo del mio discorso non richiede chi la esalti né chi la difenda. Su queste pagine ho preso conoscenza della esistenza di un libro, "L'Italia della vergogna" di Mario Guarino e il sottotitolo mi ha indotto a comprarlo immediatamente, volutamente ancora non l'ho letto e neppure sfogliato, in maniera che, come non conosco di persona l'Autore, le mie parole non sembrino né una critica, né una recensione, né altro se non, invece, una puntualizzazione, una enunciazione di principio che a me sembra necessaria ed utile; va da sé che lo leggerò quanto prima!

Voglio far rilevare la differenza che passa fra l'idea, l'ideologia e le persone. Tante idee sono belle e sostanzialmente quasi tutte contengono elementi che le qualificano; ve ne prospetterò tre, alle quali sono rigorosamente estraneo per motivi fondamentalmente diversi, così come sono fondamentalmente diverse le tre idee: il cristianesimo, il comunismo, il fascismo. Non ha importanza che uno le condivida o meno, nessuno però potrà mai negare la portata storica che il cristianesimo ha avuto per la civiltà, il comunismo per l'evoluzione sociale ed economica dell'Europa, il fascismo per la storia d'Italia; sono state e sono realtà dalle quali non possiamo trarci fuori, che permeano anche a nostra insaputa ogni nostro atto o decisione o atteggiamento, che fanno parte integrante della nostra educazione e della tradizione che abbiamo alle spalle; potremo controllarci e controllarle, ma non fare come non ci fossero state. Hanno certamente fatto la Storia, hanno avuto la loro storia, si sono evolute, sono cambiate, sono poi decadute o scomparse a seconda dei casi, hanno portato il loro contributo alla civiltà e alla situazione dei rispettivi momenti, nel bene e nel male, con metodi buoni o con metodi sbagliati, con risultati buoni o cattivi nel tempo e sempre con valutazioni diverse a seconda dei punti di vista... Potrei continuare... ! Ma l'idea è una cosa, che già quando diventa ideologia si fa schematica, dogmatica, perde di elasticità; i guai più grossi vengono quando questa finisce in mano ad uomini che intendono servirsene a proprio uso e consumo per trame vantaggi in termine di potere o di denaro o di prestigio, e questo sappiamo che succede. Ma sarebbe sciocco e superficiale condannare il cristianesimo perché l'Inquisizione ha messo al rogo tanti poveracci o perché un Papa si è rivelato indegno o perché un prete viene scoperto donnaiolo, così come condannare il comunismo perché Stalin ha fatto fucilare un mucchio di avversari o perché l'economia all'Est ha fallito o condannare il fascismo perché qualcuno è divenuto assassino o perché Mussolini ha perso la guerra. Siamo di fronte a precise responsabilità personali di qualcuno che di una ideologia si è servito e che all'idea ha cercato di addossare il peso.

La Massoneria non è diversa dalle altre moltissime idee, e la ritengo di altissimo valore; è divenuta istituzione e quindi in certo modo ideologia; sarebbe poco serio ed illusorio pensare che nessuno vi sia entrato contando su un determinato tornaconto, che nessuno ne abbia realmente ricavato un qualche vantaggio, che tutti al suo interno siano verginelle; ma se qualcuno non ne è degno, se qualcuno è stato accolto nel suo seno ma non ha i requisiti essenziali per essere un buon massone, venga pizzicato, indagato, processato, condannato come ogni altro qualsiasi cittadino che deve rispondere delle proprie azioni; non si generalizzi con arbitrari accostamenti, non si faccia di tutta l'erba un fascio, non si marchino tante bravissime e degne persone per colpe non loro, non si coinvolga né l'idea né l'ideologia, che sono ben al di sopra dei singoli, nel cristianesimo, nel comunismo, nel fascismo, nella massoneria o nel club del bridge.

Questo mi preme sottolineare, questo è il terreno di prova di ogni studioso serio ed obbiettivo, questo vi spiega perché non avevo nulla da esaltare né alcunché da difendere, ma solo molto da dire e, a mio avviso, molto importante.

 

Renzo Lucchesi

Viareggio – Versilia

 

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Giuramento e Massoneria

 

Caro dottor Lucchesi,

ammetto e condivido il suo accorato rincrescimento e non trovo difficoltà a pubblicare la sua lettera. Ci conosciamo da molti anni e durante le nostre lunghe o brevi conversazioni, abbiamo avuto occasione di parlare di tutto; ci siamo scambiati pareri; «idealizzato», anche, quale tipo di società sarebbe stato necessario realizzare per poter meglio interpretare le istanze della comunità (popolo?) entro la quale operiamo dando ciascuno di noi, disinteressatamente, il proprio contributo. Con l'esempio, con il comportamento. Eppure, mai, nel confronto delle nostre idee, abbiamo sfiorato l'argomento «massoneria». Io ero al corrente della sua adesione all'associazione (sono in possesso di tutti i voluminosi tomi che la commissione P2 ha sfornato negli anni), ma vedevo in lei (la vedo tuttora) un uomo. Con la U maiuscola. Vedevo (vedo) un idealista nel bel mezzo [del deserto] attorniato, in quella associazione, da uomini, anzi, da individui che l'idealismo lo misurano con la capacità della propria borsa professionale. Non me ne voglia - e non me ne può volere perché non è il suo caso. Ma perché mai -e so che se lo è chiesto-, perché mai un'associazione deve avere, tra i suoi adepti, perlopiù, i rappresentanti delle categorie più elevate tra le classi sociali (le classi esistono, eccome!)? Solidarietà di casta? Certo! Corsie preferenziali nell'assalto ai privilegi? Sicuramente.

Vede, dottore, si può credere in un'idea, si può professare una fede (cristianesimo, comunismo, fascismo, massoneria), ma non si devono pretendere giuramenti. Il giuramento annulla l'uomo, lo rende schiavo degli altrui capricci. Non esiste superuomo, non esiste grande architetto, non esiste divinità cui ci si possa affidare, o che voglia o possa interessarsi alle nostre miserie umane. Solo tra gli uomini normali può emergere l'altruista che di esse miserie si prenda pena vaticinando l'utopia possibile. Sì, lo so, viene irriso perché, l'uomo occidentale, anziché dedicarsi all'arricchimento della mente tende a nutrire l'adipe. Il mio dire non è dettato dal pessimismo che, altrimenti, non dedicherei le mie giornate a fantasticare mondi possibili e società realizzabili. E continuo a credere fermamente e ad aver fede che si può riuscire a far comprendere, agli italiani, quanto sia necessario il riscatto morale e politico; che vanno cancellate le norme che vigono come fossero regole di vita. La vita, che la maggior parte di noi trascorre impegnandola su sentieri sempre più impervi, deve essere cadenzata con passi pesanti, decisi, verso il traguardo della giustizia sociale, non già nell'attesa della morte come fine delle proprie sofferenze.

Come vede, anch'io credo, ma al di fuori delle organizzazioni o delle associazioni. In esse c'è solo il tornaconto o l'ambizione che premia sempre i più cinici ma, talvolta, anche i più cretini. In quanto alla sua posizione, caro dottore, io non mi permetto di giudicare. Li odio, i giudici, perché condannano i loro simili in base a codici elaborati da uomini che detengono il potere, che è poi la fonte di quell'ingiustizia che ha legittimato la schiavitù dell'uomo. Si chiederà -e non se lo chiederà solo lei- che razza di fascista io sia. Sono un anarco-fascista che odia le leggi scritte; che crede nell'intelligenza quale mezzo indispensabile per forgiare gli uomini al fine di educarli alla disciplina interiore e indurii a lottare per raggiungere scopi, finalità e principi che li rendano finalmente liberi.

A.C.

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