«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno V - n° 3 - 31 Maggio 1996

 

Dov'è la vittoria?
e il Polo si squagliò davanti ad una piccola fiamma

 

Confessiamolo a noi stessi: dal giorno della sconfitta degli Alleati Nazionali Fininvest (cui, modestia a parte, -"Tabularasa" ha dato il proprio sentito contributo- unitamente ai vari Ulivo, Bertinotti, Rauti, Cito, leghisti, astenuti, apoti, disillusi, mica-fessi ecc.) dalle nostre parti ci si sente più sollevati, persino più felici.

Massì, diciamocela tutta e senza vergogna. Abbiamo goduto come mandrilli, il 22.IV.96 e seguenti, nel vedere gli anini sgonfiati, i berlusconi latitanti, i casini mogi, mogi. Che spettacolo, quello offerto dai mancati vincitori («stavolta niente prigionieri», avevano beffardamente fatto sapere), ora ululanti alla sorte crudele e alle iniquità del maggioritario. Ah!, che goduria la disputa tra "Secolo" e "Giornale", con un Feltri schiumante di rabbia per l'insuccesso dei suoi ultimi padroni, da lui attribuito prevalentemente ai «vecchi arnesi» come Tatarella.

E quindi vedere tanti sorrisi spenti, le maschere e il volto di Giudio Maceratini, l'agitarsi sudaticcio di Adolfo Urso, il frenetico nullismo di Publio Tinto Fini. Impagabili. Al pari di Storacione, che -dismessi (per sempre) i panni di «epuratore» in RAI-TV- si ripresenta in pubblico nel nuovo ruolo di «tagliatore di teste», là ai vertici di via della Scrofa. Mentre il povero Gasparri, che di testa ne ha davvero poca, si para il didietro da pluridirezionali attacchi, frapponendo «una più che ventennale frequentazione» con Lui. Ossia con l'Arbitro supremo, l'Alto stratega, il più abile, equilibrato ed intelligente fra i politici di Casa nostra.

Oggi però il quadro è assai meno elegiaco. Anzi, tra i gerarchi del Polo ed i loro colonnelli e tutt'un innescarsi di polemiche. Polemiche, accuse e controaccuse, che vertono in particolare su chi abbia messo in lizza il più alto numero di riciclati. In questa nobile gara si comincia addirittura a sussurrare che Lui, sì, si presenta e parla bene, ma non dice poi granché... Malumori, odi sommersi, insinuazioni e silenzi serpeggiano. Le prese di distanza si moltiplicano, incrociandosi con appelli al Partito Unico, con pressanti inviti a rimboccarsi le maniche per la Rivincita, con trepidanti invocazioni all'«Uomo della Provvidenza» di turno: Di Pietro, Kohl, Cossiga, John Wayne, Jacques Chirac, Tex Willer.

Eppoi si son udite in quell'area di Centro-Destra certe frasi lapidarie, da scolpire nella memoria. Ad esempio: «A volte gli Unti del Signore alla prova dei fatti non reggono». Ohibò, chi l'avrà detta?! Sentite questa: «In lista con FI e AN si son visti i peggiori travet della peggiore politica»! E chi mai, a urne chiuse e a risultati acquisiti, ha fatto denuncia per «candidature impresentabili» nelle liste del Polo?

Indimenticabile, poi, la performance del prode Fisichella, che fa l'imitazione dell'uomo coerente e tutto d'un pezzo. Insuperabile l'uscita di scena di Marco Giacinto Pannella, con l'accusa alla «partitocrazia fascistico-comunista» di non averlo fra gli eletti. L'avreste mai immaginato, voi, Cicciopotamo Ferrara sbertucciare, sul "Foglio", Previti & Berlusconi? E che ne dite del mago di Ceppaloni, Clemente Mastella, che rivela: «M'hanno truffato. Vuoi vedere che mi han preso per un fesso qualsiasi?!»?

Da scompisciarsi. E non sarebbe finita qui con i casi comici. Ma chi, più di tutti i perdenti, non ha proprio motivo di ilarità -ora ed in prospettiva- è Lui, il Gianfranco Nazionale. Lui, assieme ai suoi non-più-tanto-plaudenti accoliti. Sono loro, infatti, i trombati per eccellenza. Loro che, nell'oscillare tra l'impellente necessità di mostrare al popolo d'avercelo più duro di Bossi e l'altrettanto vitale esigenza di farsi notare quali servizievoli neofiti della Causa liberale — loro (dicevamo) stanno vivendo una sempre più lacerante scissione di personalità. I cui effetti psico-somatici si stanno evidenziando all'indomani del 21 Aprile. È da allora, che alcuni fra i più accorti post-missini han persino iniziato a domandarsi (meglio tardi che mai, o no?) se Fiuggi valeva davvero una tale messa...

Per quanto ci riguarda, noi tabulisti restiamo in trincea e, per intanto, lasciamoci godere...

Disticò

Indice