«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno V - n° 3 - 31 Maggio 1996

 

le lettere

«Perseguitate con la verità ...»
 

Egregio direttore, sono un insegnante in pensione. Nato nel 1927. Laureato in Lettere e filosofia nell'Università di Torino, nell'anno 1953. Sono d'accordo con quanto lei va scrivendo. "L'Eco della Versilia" (preferisco questo titolo: "Tabularasa" mi sa troppo di illuminismo) me lo invia sempre Vita Errico (ma il suo ultimo scritto nel quale afferma di credere nella democrazia mi ha lasciato molto perplesso; per me l'unica democrazia vera, la vera libertà «aderente alle effettive determinazioni del popolo» [G. Gentile] è quella che si realizza nello Stato corporativo).

Moltissimo m'è piaciuto lo scritto di Gianni Benvenuti: «II fascismo che vogliamo».

La mia grande passione, oltre alla filosofia, è sempre stata, fin da ragazzo, la Storia, in particolare quella medioevale, perché è nell'Alto medioevo che affondano le nostre radici; la nostra stirpe discende dai Longobardi; l'Europa delle nazioni nacque nell'Alto medioevo.

Chi si interessa allo studio della nostra Storia non può non diventare un buon italiano. Ugo Pascolo diceva: «O Italiani, io vi esorto alla storia [...] Si deve amare, difendere e onorare la terra che fu nutrice ai nostri padri e a noi [...] Amate la patria e non contaminerete con merci straniere la purità e le ricchezze e le grazie natie del nostro idioma ...»

Tutto il contrario avviene oggi. Per ciò che riguarda il Medioevo, recentemente ho letto un libro meraviglioso: "Canossa prima di Matilde". I Canossa discendevano dai Longobardi, facevano parte di uno dei numerosi consorzi degli Ottoni, che riempirono di sé tutta l'Italia centrale. Anche la famiglia da cui discendo proviene dagli Ottoni delle Marche.

Egregio direttore: sono d'accordo con lei. Non siamo più un popolo ma... un armento. O, come giustamente dice lei, «un popolo bue». Il suo scritto: «21 aprile 1996...» se l'avessi ricevuto una settimana prima delle elezioni, l'avrei distribuito -fotocopiato- nei bar, nelle tabaccherie, nei negozi, nelle librerie, davanti alle fabbriche ecc. Comunque: continuate a scrivere. E, come diceva Ugo Pascolo, «Perseguitate con la verità i vostri persecutori. E poiché non potete opprimerli, mentre vivono, con i pugnali, opprimeteli almeno con l'obbrobrio per tutti i secoli futuri».

Claudio Simonetti
Cumiana – TO

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