«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno V - n° 4 - 15 Luglio 1996

 

Dall'espettorato di destra alla sinistra ventraiola
 

«Ventri lardati, otri addominali come piffere nel sacco. Visi gonfi come se suonassero un invisibile trombone, pance, cosce e culi da colossi, ronfavano, taffiavano, grufolavano, sbavavano, sbottavano, seduti sopra certi seggioloni imbottiti che prendevano mezza stanza»

Lorenzo Viani, "Barba e capelli", 1939

 

È suonata l'ora del trasformismo. Soppresse le vecchie divisioni, abbattute le vecchie barriere, distrutte le vecchie trincee, sedicenti filosofi e roboanti accademici, incrociano tornei oratori mediando e pontificando al fine di dare forme ed immagini decenti, «signorili», a maggioranze ed opposizioni. Destra e Sinistra hanno ormai deformato, con l'uso del potere, i loro atteggiamenti. Le grandi ragioni dei loro dissidi sono scomparse, le distanze svanite. Spente le fiamme delle entusiastiche mobilitazioni, cloroformizzati i violenti scontri politici, si ritrovano ad agire trasversalmente, a sostenersi vicendevolmente. Imperando il «buonismo», la loro trasformazione è stata inevitabile. Si dirà che questo è un periodo transitorio, ma dove sono finiti i princìpi, le bandiere? Chi riuscirà mai a recuperarli? Le idee sono cacciate come fossero l'ultima retroguardia rivoluzionaria e una nuova cupa divinità si introduce nella politica: il Fatto.

La politica-spettacolo è stata soppiantata da enfatici e sentenziosi personaggi che prendono a modello Robin Hood peccando, come al solito, di esterofilia. Ma Stefano Felloni, detto «il Passatore», non sarebbe stato più adatto alla bisogna? Prepariamoci a vivere un lungo periodo di «tranquillità», a pagare e ad «obbedir tacendo». A chinare il capo porgendo le terga. La cosiddetta destra di governo -purgata alle terme di Fiuggi, stomaco dilavato per giungere fresca al trogolo il 27 marzo 1994, ottenuta l'agibilità dei salotti-bene e di esclusivi ritrovi notturni, rimpinzata con vitamine datate targate PSI e oc; poi spruzzata con un acre liquido resistenzial-antifascista onde bilanciare la secrezione nostalgica di una cimbraccola fornita di labbra atticciate in inesausto ciangottio- è «d'immense doglie oppressa».

Non più scorte a sirene spiegate per i ragazzi di bottega (promossi colonnelli sui campi di abbondante pastura). La ricreazione è finita. Michelaccio (mangiare, bere e andare a spasso) si ritrova «barbone» e chiede elemosina all'ombra dell'ulivo. Ma ci sono ancora tanti grulli a giro che credono e sperano: «II Fini è tanto bellino...».

E proprio vero: per i bischeri c'è un paradiso a parte. Anche per gli italiani, questi strani individui, questi strampalati. Di solito, un popolo, si prostra fisicamente e idealmente soltanto quando raggiunge la prosperità economica e riesce a sopire odi, divisioni, volontà. Noi, invece, che ci troviamo ad attraversare uno dei periodi peggiori della nostra esistenza, ci comportiamo come se vivessimo in un mondo celestiale. Cadono le ciminiere, chiudono i cantieri, inaridiscono i campi; mancano le case e le famiglie vengono gettate sul lastrico...

Ma altri e ben più gravi sono i nostri assilli: Sacchi e Matarrese, défilé di checche a Napoli, orari «lunghi» nelle discoteche, case agli extracomunitari, proposta di ospitalità alla pari per le prostitute dell'Est Europa (per quelle africane vedremo... sono un po' troppo scure...). Poi le notizie dal fronte sindacale: non vi saranno più scioperi, i lavoratori si confronteranno con il governo e Berlusconi si iscriverà alla CGIL per farsi riconoscere le ore straordinarie: lavora 16 ore al giorno!

Diciamocela la verità: più nulla è da prendersi sul serio. Abbiamo un governo con una maggioranza di sinistra che accetta consigli e protezione dei moderati, che fa causa comune con gli industriali per mettere in non cale le questioni sociali. Che fa sedere sui suoi banchi imprenditori, affaristi, banchieri in grado di educarci alla concezione più borghese e più piatta, più tetra e più grigia che si possa immaginare: la costruzione dell'uomo «normale». Le idee, viene detto, portano all'avventura, alla pazzia; da esse possono scaturire miraggi, splendori, forse conquiste pericolose.

E mentre tutto sta declinando in un irreale grigio scenario, e l'antica frenesia rinnovatrice della Sinistra sta definitivamente tramontando nel patteggiamento con la Destra in una sconfinata indulgenza, non c'è nessuno che alzi la voce. Gli intellettuali gareggiano in uno strano cupio dissolvi - come se un'oscura demenza avesse obnubilato i loro cervelli. Allora diamocela noi la sveglia. Rifuggiamo dalla moderazione, dalle paterne tutele. Afferriamoci alle nostre radici rimettendo in discussione tolleranze possibilismi transazioni mediocrità, esponendo alla luce del sole la nostra «pazza» voglia di riscattare questa «serva Italia».

a.c.

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