«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno VI - n° 7 - 31 Dicembre 1997

 

Non c'è più tempo, bambini

 

Il corpo esile. Un faccino che quasi si perde nella chioma dei capelli neri. Le orecchie a sventola. E gli occhi che sorridono appena. Come una smorfia di tristezza. Forse, di disperazione.

Ha fatto il giro d'Italia e del mondo la foto di Silvestro Delle Cave. Mentre le membra massacrate eppoi bruciate dall'orco di Cicciano diventavano cenere. Disperse chissà dove, da una folata di vento amico...

Anche l'anima era già volata via. Seguendo l'originario sentiero di stelle e di cielo. Verso i luoghi incantati dove giocano e cantano gli angeli bambini.

... Lo scorderemo quel sorriso? Oppure tornerà? Dipinto sui volti supplichevoli di milioni di bimbi... dimenticati, affamati, comprati, venduti, violentati, uccisi o lasciati morire? Ogni anno. In ogni angolo di questo pianeta che diventa sempre più sordo e cieco. Tornerà, certo che tornerà il sorriso di quell'angelo bruno! Per procurare un altro istante di commozione intensa.

E di paura! Prima dell'oblio... Avanti il prossimo.

Anche l'orco cattivo è morto. Come in ogni favola che si rispetti. Ucciso dal taglione, in una cella buia. O forse era la Suprema Giustizia che qualche volta perde la pazienza e strozza il respiro in gola ai demoni? Adesso lo chiamano edema polmonare. Come cambia il mondo, amico mio! Davvero è morto l'orco cattivo? Certo che è morto. Seppellito chissà dove, per ragioni di ordine pubblico.

Ma c'è la prova, il reperto autoptico. Le coscienze dei più si danno pace. Torna a letto, mammina. Dormi, papà, dormi. Almeno fino alla favola successiva.

Ma alle coscienze dei meno? A quelle chi ci pensa?

Dio! Che male hanno fatto per vivere questa stagione di tormento? Notti che non trovano l'alba! Un tunnel che sembra non aver fine!

Per loro, coscienze inquiete, non c'è soltanto l'orco, nelle moderne favole di terrore e di morte!

L'etere non smette di perseguitarle con immagini e suoni. Echi insopportabili di commenti, dibattiti, tavole rotonde, inchieste...

Un film già visto, con il carnefice e la vittima sullo sfondo e la scena interamente occupata dai protagonisti veri. Quelli che della favola sanno tutto, ma dimenticano, chissà perché, di raccontarla fino in fondo. Giornalisti, intellettuali, criminologi, sociologi, antropologi, psicologi. Per non dir dei politici. Zapping: eccoli! Parlano, discutono, consigliano. Regalano un vademecum a genitori e maestre. Alle coscienze dei più che anelano infine un po' di pace.

Il rito si compie. Ancora una volta l'esorcismo collettivo è riuscito. Tutto s'acquieta. Torna la risacca.

Lo scorderemo, altroché! Forse l'hanno già scordato il volto di quell'angelo bambino. Glielo impone la legge del mercato. Affari e denaro. Zio Paperone dà sempre buoni consigli a chi sa farne tesoro. È lui la favola universale. Le altre passano.

Dal giorno del massacro, non si sono fermate le prenotazioni. I viaggi dei pervertiti verso i paradisi del sesso, dove gli angeli bambini vengono comprati a trenta dollari l'ora continuano come prima. Gente perbene, mica l'orco di Cicciano! Volano verso il Cile, il SudEst asiatico...

No! non s'è fermato il commercio dei souvenirs per feticisti. Made in Japan: per ora. Bustine di plastica con dentro lembi di mutandine, umori, secrezioni di piccoli angeli ignari. Frammenti di squallore. Bagliori di civiltà futura. Per carità, almeno fermate le chiacchiere e l'ipocrisia! Levate la maschera all'egoismo! Non comprate il biglietto del carnevale borghese!

Sex-shop, televendita, pronta consegna fermoposta: l'età della pietra. Incombe e dilata il cyberspazio. Nel grande mercato dell'ipersesso trovi di tutto. Eccetto il sesso vero. L'erotismo. L'amore.

Ci trovi chi, per esempio, e non solo in America, si associa per tutelare gli inalienabili diritti dei poveri pedofili. Persone perbene, mica l'orco di Cicciano! Pedophile American Association e via elencando. Quanta spazzatura, lungo le luccicanti autostrade telematiche! D'accordo. Non uccidere Caino! Eppure qualche volta un dubbio t'assale. È il dubbio dei meno.

Duro a morire. Come la memoria. Loro, invece, coscienze timorate e moderate dei più, sono costrette a scordarlo quel sorriso. Questione di sopravvivenza. Non c'è tempo. L'ufficio. Il fast food. Il carrello zeppo di lattine e scatole di precotti. La cena della posterità. La solita tivù. Un altro domani. I ritmi. Il frastuono. Le luci. I colori. I pacchi regalo. Il Natale metropolitano.

Non è forse così, signori che trasecolate davanti al selvaggio furore dell'ultimo demonio eppoi più nulla? Già, dov'è finito il tempo? Silvestro, angelo bruno, perdonaci se puoi.

Beniamino Donnici

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