«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno VI - n° 7 - 31 Dicembre 1997

 

Grazie al «Mussolini anni Trenta», gli Italiani d’America poterono vantare la loro nazionalità. e nel momento in cui la patria ebbe bisogno espressero a Mussolini, e alla «nuova Italia», la loro gratitudine. Spontaneamente

 

Ad Arrigo Levi

 

«Uomini siate, e non pecore matte,
Sì che 'l giudeo tra voi di voi non rida»

(Dante, Par. c.V., v. 80,81)

 

L'odio atavico che gli ebrei hanno sempre dimostrato nei confronti dei non circoncisi (i gojm), è stato chiaramente espresso nell'articolo di Arrigo Levi: "La destra e il passato fascista" ("Corsera", 6 dicembre 1997). Gli dedichiamo, perciò, le due illustrazioni sotto riprodotte. Due «cartoline».


Che gli Italiani d'America inviarono a decine di migliaia ad amici e familiari in Patria: la prima d'oro, mascherata in una fusione di rame, e la seconda in rame. Il loro aiuto al «Mussolini guerrafondaio» (come lo definisce il Levi). Era iniziato il conflitto italo-etiopico (novembre '35) e la Società delle Nazioni aveva applicato le sanzioni all'Italia. L'attraversamento del Canale di Suez, alle navi che trasportavano le nostre truppe, veniva consentito previo il pagamento del pedaggio in oro. E Mussolini, rivolgendosi agli Italiani, chiese «oro alla Patria». Le nostre donne offrirono la fede nuziale, Benedetto Croce la propria medaglietta di senatore e gli Italiani d'America, figli dell'ingegno italico, per eludere i controlli, inventarono quel tipo di «cartoline».

 

 

 

 

Erano tutti fascisti? Tutt'altro. Ma Mussolini aveva ridato agli Italiani quella dignità che avevano smarrita da secoli. Al Levi non interessa. Mussolini va condannato. Ma perché il Levi non si chiede i motivi per cui -da secoli- gli ebrei sono invisi al consorzio umano? Perché in Polonia sta nuovamente esplodendo l'antisemitismo? Perché la Chiesa russa ortodossa torna sull'ipotesi di un «complotto giudaico-massonico» contro Nicola Il? Perché, infine, Le Pen (da noi politicamente distante anni luce) giudica l'olocausto «un dettaglio» nella grande mattanza del secondo conflitto mondiale...? Purtroppo, signor Levi, una frase come quella di Le Pen (che non condividiamo) viene... come dire... «estorta»: è l'istintiva reazione che si prova di fronte a saccenti «lezioni» di democrazia intrise di odio e arroganza. Giudaica.

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