«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno VII - n° 2 - 30 Aprile 1998

 

Grazie squatters ...

 

 

«Di qui la necessità, non sentita da noi soli, ma da quanti in Italia sono uomini vivi, di muover l'aria, di mettere del rosso nel bigio, spander vivacità e mobilità [...] Di rosso sangue è fatta quest'Italia, per tutti i Cristi cattolici e luterani; e non di rugiada»

Berto Ricci, «Avvisi», 3 gennaio 1932


 

È caduto un macigno nel botro acquitrinoso della società dei benpensanti perbenisti moderati deprimenti.

Perciò, solidarizzo con gli squatters: per il loro disperato coraggio, che sa tanto di pan duro. Questi ragazzi saranno forse anche destinati a morte ingloriosa tra lazzi ed ingiurie, tra pestaggi e galera, o strumentalizzati dalle infiltrazioni del potere ma, almeno per un giorno, han dimostrato tutta la loro rabbia e voglia di smascherare i falsi profeti che predicano vigliaccheria agli italiani in nome di una libertà e di una giustizia inesistente.

Gli squatters sono di sinistra? Chi se ne frega!

L'Italia che abbiamo sotto gli occhi, quella di coloro che non contano, siano essi di destra o di sinistra, è un'Italia divenuta serva dei suoi servi saliti alla cosa pubblica per frode. Un'Italia che ristagna, nell'aria rafferma dal sito insopportabile e destinata, nel tramontare del Millennio, ad un futuro di paure, d'elemosine, di povertà. L'opposizione, inesistente, è un'accolita di furbi e di intriganti, pronta a servire tutti i padroni. Siamo passati dalla metapolitica agli empirismi quotidiani, al fatti. Brodi o Prodi, Fini o D'Alema, Di Pietro o Berlusconi, Violante o Bossi sono gli eroi di questa nuova era positiva. Un'era avvelenata dal fetore degli scandali nei cui meandri si è perso anche il ricordo, il senso della speranza; luoghi nei quali i giovani a vent'anni son bimbetti, a trenta ragazzi, a quaranta rincoglioniti che sospirano la pensione.

Che popolo di balordi! Che chiede ordine... e rimuove le domande che lo dovrebbero affliggere. Che non si chiede per quale motivo le regioni meridionali sono state affidate, con rogito statale, alla Mafia. Diventata malavitosa quando le si sono estirpate le radici dell'onore a cui era abbarbicata; onde trasformarla in gigantesca associazione per delinquere, un laboratorio di facili guadagni con l'assenso del potere che ne ricavava, in cambio, il potentato elettorale. Le istituzioni: assemblee di politicanti inquieti, di maneggioni ed affaristi alle quali fan da sponda l'alta burocrazia di corrotti e corruttori. Istituzioni dagli umori mobili ed aridi dove ex rivoluzionari, che han domata dagli anni e dalle avversità la giovanile fierezza, si sono acconciati a servire uno stato neo-borghese e, salendo al governo, del loro passato nulla rinnegano perché più nulla hanno da rinnegare. La stessa psicologia dei loro antichi avversari; son scettici e privi di fede; o, se una fede hanno, è quella del pietismo umanitario che è il fatale retaggio delle caste politiche al tramonto. Rivoluzionari sulla carta. Per farsi perdonare il loro temperamento di conservatori, predicano una nuova forma di religione: l'umanitarismo. Tutto ciò che è in basso vien posto sull'altare. Saltimbanchi e politici, buffoni e parlamentari, bottegai e marocchini, benpensanti e albanesi, moderati e prostitute, conformisti e spacciatori sono gli eroi della nuovissima pubblicistica se non della letteratura. È una religione. Che si assume il compito di lavare i piedi a tutte le miserie dell'umanità. Cristianesimo? forse. Ma cristianesimo degenerato che si prostra ai piedi di baldracche che non si pentono. È la parodia della solidarietà.

In questo stato d'animo il corpo sociale cade nell'atonia completa, ma se un organismo vuole vivere deve estrinsecare la propria vitalità. Reagendo. E non si può negare, a chi ne ha ancora voglia, il diritto di usare la forza per opporsi alle forze che tendono a dissolverla. Quando l'uomo si fa schiavo in qualunque momento o modo della gerarchia tecnica dei produttori (o dei politici) è un uomo che ha alienato il proprio supremo diritto di primogenitura umana; egli tradisce la propria essenza umana, non è più un uomo.

E allora, se la politica lo ha reso schiavo, è giusto che la sua natura umana riprenda la sua libertà. Anche con la violenza. Quindi, ancora grazie, squatters.

a.c.

Indice