«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno VII - n° 4 - 30 Settembre 1998

 

A volte ritornano...
magari agli incroci stradali, come «vu’ lava’»

Viaggiano in automobile da Roma a Napoli, il comunista Caprara, segretario particolare di Palmiro Togliatti, Eugenio Reale, allora sottosegretario agli Esteri nel governo Parri, e un monsignore. A scrivere è Sandro De Feo (Italo de Feo, "Diario politico 1943-1948", editore Rusconi) che riporta il racconto di Caprara. Ascoltate.

 

«Buoni documenti: ma ora un po' di culo, signori!»

«Si era pigiati come alici, fra strapuntini e sedili di ripiego. Giunti a Capua, sul ponte di Annibale, viene intimato l'alt dalla solita pattuglia alleata. Si avvicina un sergente che in pessimo francese chiede i documenti. Tutti mettono fuori le tessere e i permessi di viaggio. Il sergente ritira, poi si apparta con altri militari per il controllo, mentre una sentinella preme con la baionetta innestata la gomma della macchina, pronto a forarla al primo accenno di fuga. Si vede il sergente confabulare con i suoi; le tessere e i permessi vengono accuratamente controllati: cose solite su queste strade, infestate da malviventi e disertori. Infine, il sergente torna indietro, restituisce le carte all'autista, e poi dalla bocca gli escono, in italiano, queste incredibili parole: "Buoni documenti: ma, ora un po' di culo, signori". L'autista comprese al volo e ingranò la marcia, incurante della sentinella con la baionetta, e si allontanò come potè; mentre il reverendo, un po' duro d'orecchio, domandava di che si trattasse. Si trattava semplicemente di una pattuglia di marocchini, per i quali la richiesta era la cosa più normale del mondo»

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