«Non è importante la vita. Importante è cosa si fa della vita» (Beppe Niccolai - Roma, Dicembre 1984)

Anno VIII - n° 2 - 31 Luglio 1999

 

l'ultima

 

Il terzo impero americano avrà per confine i Balcani

 

 

 

«Quella che avviene nei Balcani è un'altra guerra degli Stati Uniti contro l'Europa e voi europei non lo volete capire», scuote il capo Dragos Kalajic. Politologo di livello (è membro dell'Istituto di Ricerche Geopolitiche di Belgrado), collaboratore di giornali serbi e russi, autore di libri dai titoli significativi: "Il Male americano"; "La Russia risorge"; "L'Unione Europea è davvero europea?", è in questi giorni a Roma come giornalista-osservatore. «Mi stupiscono -dice- i commenti dei vostri intellettuali sui giornali italiani. Usano come categorie di analisi i più infantili gadget ideologici americani: "buoni" contro "cattivi", yankees contro pellerossa... un semplicismo indegno di una tradizione che ha pensatori come Dante e Vico, Gramsci e Julius Evola».

Non negherà che in Kosovo la Serbia ha provocato una catastrofe umanitaria.

«Di catastrofi umanitarie è pieno il mondo, senza che il Nuovo Ordine Mondiale mobiliti la sua macchina da guerra. La verità è che dietro le belle frasi umanitarie c'è una volontà strategica. Quella che James Baker, allora segretario di Stato, dichiarò nel marzo '92: "Il territorio serbo-montenegrino va riportato all'estensione che aveva prima delle guerre balcaniche", ossia quando nei Balcani dominava l'Impero Ottomano. In seguito Bush, e poi Clinton, hanno ribadito con le stesse parole: "La Serbia è il peggior pericolo per la sicurezza e gli interessi economico-politici degli USA"».

In che senso la Serbia sarebbe pericolosa per gli USA?

«Perchè ostacola il loro progetto antieuropeo: quello di costituire una "dorsale islamica" in Europa (come ha scritto "LiMes"), ossia una catena di stati musulmani che vadano dalla Turchia alla Bosnia. Il Kosovo è oggi l'anello mancante di questa catena».

Fantapolitica.

«Crede? Le leggo allora un articolo apparso su "Herald Tribune" il 4 gennaio 1996, ripreso dal "Washington Post", a firma di due analisti americani, Hillbrun e Lind. Titolo: "Il Terzo impero americano con i Balcani come frontiera"».

Terzo impero americano?

«Il primo impero USA, spiegano gli autori, è l'egemonia yankee sull'America Latina. Il secondo, l'estensione della sfera d'influenza USA sull'Europa, che si sono conquistati con la seconda guerra mondiale. Il terzo -cito alla lettera- sarà costituito da "un vasto movimento di popoli musulmani egemonizzati dagli Stati Uniti, dal Golfo (Persico) all'Adriatico"».

Però. C'è proprio scritto così?

«Capito? Gli americani progettano di creare una catena di staterelli islamici da loro egemonizzati in Europa, per mantenere il Continente in condizione d'instabilità permanente. A controllare l'immensa operazione sarà la Turchia».

La Turchia?

«Non è l'America a premere sull'Europa perchè accolga la Turchia nella UE? Ebbene, un politologo turco, Nazni Arifi, ha scritto con grande soddisfazione: "Entrata la Turchia nell'Europa, entro un decennio l'Europa sarà islamizzata". E aggiunge: non solo la presenza di 70 milioni di turchi (a quel punto europei di diritto), ma per altri 200 milioni di islamici di lingua turca, a cui la Turchia odierna già riconosce la sua cittadinanza. Ovviamente, gli islamici puntano sulla natalità decrescente dei cristiani. Mustafà Ceric, la massima autorità islamica di Sarajevo, ha ordinato alle donne musulmane di fare almeno cinque figli».

 

Maurizio Blondet
"l'Avvenire", 26 marzo 1999

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